Il Veneto sta celebrando quest’anno il centenario della nascita di Augusto Murer, scultore, incisore e pittore, nato a Falcade e morto a Padova nel 1985.

Cadoneghe partecipa a pieno titolo alla grandezza della storia artistica di Murer. È per Cadoneghe che Murer ha realizzato “L’albero della vita”, opera collocata in piazza Insurrezione, davanti alle lapidi dei caduti della Liberazione.

Il grande scultore ha sempre privilegiato la dimensione pubblica del suo lavoro artistico: testimonianza e continuazione di un impegno civico che per Murer era cominciato nella Resistenza.

Questa dimensione civile del suo lavoro è bene descritta da Serenella Minto.

Augusto Murer non fu soltanto un grande scultore ma anche un uomo generoso e ospitale; un intellettuale che credeva nella forza della natura e nella creatività dell’arte per arrivare a un riscatto dell’umanità ferita. Si immerse nella storia del suo tempo: ne sono testimoni le sue vicende personali e l’interesse per la migrazione delle genti delle valli e del Veneto alla ricerca di luoghi, anche molto lontani, dove poter vivere e lavorare. Si interessa e disegna i minatori della miniera di carbone della Val Imperina, nella conca agordina, e quelle storie lo portano verso i temi sociali e di denuncia dei troppi sacrifici della classe dei lavoratori. Trascrive sui fogli l’immane tragedia dei minatori italiani morti a Marcinelle in Belgio che, ancora oggi, è una delle più grandi sciagure del lavoro.

Per esprimere soggetti e temi legati alla tragedia della guerra lavora il bronzo, ed ecco i grandi monumenti come quello intitolato alla Vittoria realizzato nel 1968 a Vittorio Veneto; la grande figura in bronzo del 1974 sulla sommità del Grappa; i bassorilievi in bronzo delle porte della cattedrale di S. Pellegrino di Caxias do Sul in Brasile del 1974; il celebre monumento alla “Partigiana”, collocato lungo la Riva dei Giardini a Venezia, che conduce alla Biennale, e realizzato in collaborazione con Carlo Scarpa, che creò il basamento per far sì che il corpo disteso sulla pietra fosse sfiorato dall’acqua di laguna come se galleggiasse.

“L’albero della vita” fu “piantato” a Cadoneghe il 25 aprile 1985, presenti i sindaci Elio Armano (che aveva voluto l’opera), Albino Bellon e Romeo Zanella. Augusto Murer volle esserci nonostante fosse gravemente malato e ricoverato all’ospedale di Padova, dove morirà qualche settimana dopo, l’11 giugno.