Intervento sul Bilancio di previsione 2013 e triennale 2013-2015 Comune di Cadoneghe.
Consiglio Comunale di Cadoneghe, 24 giugno 2013
UN BILANCIO IN SOFFERENZA: L’AUTONOMIA DEI COMUNI A RISCHIO

Il bilancio di previsione è l’atto fondamentale di programmazione del nostro Ente e contiene alcune indicazioni che meritano di essere evidenziate proprio in sede di voto, voto che sarà naturalmente a favore. Si impongono però alcune considerazioni di carattere generale che toccano direttamente anche il nostro Comune.
Il bilancio 2013 quest’anno viene portato al vaglio del Consiglio comunale ad esercizio già abbondantemente avviato, con un ritardo notevole rispetto, non solo alla prassi ordinaria di votarlo prima dell’inizio del nuovo anno, ma anche rispetto ai lievi ritardi degli ultimi due esercizi. Occorre ribadire, come è stato già fatto, che non si tratta di responsabilità o volontà del nostro Comune ma i motivi del ritardo vanno ricercati nei tempi e nelle modalità con cui il governo ha definito il quadro normativo delle imposte locali e l’ammontare dei trasferimenti statali. Le elezioni politiche e l’incertezza che ne è seguita hanno poi generato ulteriore ritardo.
Questo è un primo elemento, sicuramente non trascurabile, ma quello che appare ancora più grave è il merito delle decisioni governative.
Già con l’esercizio 2012 agli enti locali era stato richiesto uno sforzo enorme nella compartecipazione al taglio della spesa pubblica. Quest’anno lo scenario è ancora più drammatico, perché i provvedimenti emanati nel corso del 2012 e la Legge di Stabilità 2013 pongono l’ente locale ad operare in condizioni di estrema difficoltà, che non consentono quella autonomia e libertà che avremmo voluto e che la Costituzione della Repubblica italiana riconosce ai Comuni.
Rispetto agli anni precedenti i mancati trasferimenti dallo Stato ammonteranno per Cadoneghe nel 2013 a quasi 1.400 mila euro. Questa voce, appesantita dai vincoli del Patto di Stabilità interno, e abbinata a una previsione di forte calo degli oneri di urbanizzazione, disegna un quadro di difficoltà, sia per la parte di spesa corrente che per quella di investimento, nel quale lo sforzo condotto è stato quello di costruire un bilancio capace di garantire il complesso dei servizi erogati alla nostra comunità a un livello pari a quello del 2012.
GARANTIRE I SERVIZI COMUNALI LIMITANDO AL MINIMO LA LEVA FISCALE
Un forte investimento sul sociale, con risorse confermate nei vari capitoli di spesa, è una scelta strategica che vogliamo sottolineare, perché significa, in una fase economica difficile come quella che stiamo attraversando, dare risposte concrete al disagio e alla difficoltà che oggi tocca strati sempre più ampi della società.
Per poter garantire ciò, non avendo margini di manovra su tagli alla spesa e contenimento di costi, se non in misura decisamente limitata, l’Amministrazione comunale si è vista costretta a fare ricorso alla leva fiscale.
Da qui la decisione di portare l’addizionale Irpef ad una aliquota fissa per tutti dell’8 per mille, garantendo maggiori entrate per 350 mila euro. Non si poteva procedere diversamente, a pena di voler tagliare il livello dei servizi offerti. Questo, per un Comune come il nostro che negli ultimi anni ha operato per razionalizzare e contenere la spesa, facendo vera spending review, risulta particolarmente doloroso.
L’addizionale IRPEF sarà quindi elevata come detto, mentre l’IMU sulla prima casa continuerà ad essere mantenuta al 4 per mille. Anche questa è una scelta importante, in un contesto aggravato dalla stessa normativa IMU, che comporta il pagamento dell’imposta anche sugli immobili di proprietà comunale, con una ulteriore perdita netta di gettito per il nostro Comune.
Il Comune di Cadoneghe ha anche deciso di non avvalersi della possibilità di introdurre l’addizionale sulla TARES, pari a 10 centesimi di euro per metro quadrato. Ricordiamo che questa nuova tassa già prevede 30 centesimi di euro di incremento per metro quadrato ad esclusivo beneficio dello Stato, a copertura dei cosiddetti “servizi indivisibili”.
I COMUNI CHIAMATI ANCORA A RISANARE I DEBITI DELLO STATO
Cadoneghe in questi anni ha fatto la sua parte e ha dato il suo significativo contributo allo Stato in termini di riduzione del debito pubblico. L’intero sistema dei Comuni ha contribuito al risanamento finanziario nel 2013 con un avanzo di ben 4,5 miliardi di euro. Sul versante delle entrate i Comuni hanno subito in soli 3 anni una riduzione di risorse pari a 6,45 miliardi di euro, mentre la spesa in conto capitale ha subito una contrazione nel periodo 2007-2011 pari al 22,9%.
Sono numeri importanti, e proprio alla luce di questi numeri due considerazioni sorgono spontanee. La prima è che constatiamo purtroppo che il debito complessivo dello Stato in questi anni è comunque andato aumentando. La seconda è che lo stato invece di differenziare Comuni virtuosi e comuni spreconi, concedendo ai primi più risorse e tagliandole ai secondi, procede con gli occhi bendati e colpisce indistintamente tutti i Comuni, a volte anche, per i meccanismi complessi delle leggi, colpisce di più i comuni virtuosi di quelli che sperperano denaro pubblico.
LA VIA D’USCITA PASSA ATTRAVERSO DECISIONI ECCEZIONALI
È evidente che o si cambia profondamente approccio o i Comuni sono destinati ad un definitivo affondamento. L’autonomismo sancito dalla Costituzione in questi ultimi anni è stato a più riprese ignorato e il livello periferico dell’amministrazione è stato sempre il più penalizzato. Ora è necessario tornare alla Costituzione e valorizzare la presenza dello Stato più vicina ai cittadini rappresentata dai Comuni.
Serve un autentico rovesciamento della piramide istituzionale, bisogna rimettere gli enti locali al centro della programmazione finanziaria, affinché siano veramente motori di economia e di crescita, come a parole si vorrebbe che fossero. I comuni dal canto loro devono capire che il trend si può invertire esclusivamente con scelte forti, capaci anche di mettere in discussione certezze che fino a ieri sembravano acquisite in eterno.
Ci riferiamo in particolare all’evoluzione del livello amministrativo locale e a tutta quella serie di provvedimenti ispirati ai principi contenuti nella riforma costituzionale del titolo V, risalente ormai a oltre un decennio fa. E’ necessario che i Comuni siano fautori di questo processo, che deve vedere il rafforzamento delle unioni e la verifica concreta della fattibilità delle fusioni comunali. Non c’è alcun dubbio che le dimensioni della maggior parte dei Comuni italiani sia uno dei problemi e dei limiti maggiori del nostro sistema.
Cadoneghe può certamente contribuire alla causa, perché ha di fronte a se’ la responsabilità di assumere scelte strategiche che hanno una dimensione sovra-comunale e potranno trovare compimento e realizzazione solo ragionando su un livello superiore. Per esempio gli investimenti sul trasporto pubblico locale o il futuro della ex Breda. Non basta neppure questo probabilmente, servirà anche una spinta forte verso l’attuazione della Città Metropolitana, per avere risorse adeguate alle aspettative di sviluppo del nostro territorio. Di sicuro è importante, in questa fase di continua contrazione delle risorse, invertire la tendenza. E per farlo, in una situazione di crisi eccezionale, servirà probabilmente, il coraggio di assumere decisioni eccezionali, naturalmente condividendole, come abbiamo sempre fatto, coi nostri concittadini.
Alberto Savio
Cons. Capogruppo “Cadoneghe Città e Ambiente”