Domenica 15 aprile alle ore 10 vogliamo affrontare la questione della riforma del Lavoro, di cui molto si parla in queste settimane. Lo faremo con la nostra deputata Margherita MIOTTO e con esperti del tema. Il Partito Democratico ha sempre messo il problema del lavoro in cima alle priorità. Negli anni del governo Berlusconi non si è mai affrontata seriamente la questione, privilegiando, come tutti sappiamo, un’agenda politica tagliata su misura dei problemi del premier. Nessun intervento strutturale, nessuna riforma organica, niente di niente.
Ora il governo il carica vuole tentare di risolvere problemi che rappresentano zavorre pesanti per il rilancio del nostro sistema produttivo e per una ripresa dell’occupazione (in particolare giovanile e femminile). A questo tentativo il Pd sta dando un contributo onesto, senza forzature ideologiche e senza posizioni preconcette. Perché la situazione è critica e tale rimarrà a lungo se a una serie di problemi non si darà risposta immediata ed efficace.
Appuntamento domenica 15 aprile alle ore 10 in sede PD (via Gramsci, 43). Portaci la tua esperienza, la tua opinione in merito. Ti aspettiamo.
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LE PROPOSTE DEL PD
SVILUPPO SOSTENIBILE PER LA PIENA E BUONA OCCUPAZIONE
Per promuovere opportunità di lavoro, è necessario uscire dalla recessione
attraverso politiche per lo sviluppo sostenibile: puntare sulla green
economy, realizzare infrastrutture, rilanciare gli investimenti e le
politiche industriali, incentivare l’innovazione nelle imprese, correggere
la distribuzione del reddito, riformare la giustizia e le pubbliche
amministrazioni, ridurre il peso del fisco e ridurre i tempi di pagamento
alle imprese. Buona occupazione significa anche lotta al lavoro nero e
irregolare, più vigilanza e prevenzione per la salute e la sicurezza nei
luoghi di lavoro.
LE NOSTRE PRIORITÀ: I GIOVANI E LE DONNE
Favorire l’ingresso nel mondo del lavoro di chi oggi è escluso significa,
per i giovani, promuovere il contratto di apprendistato, regolare i tirocini
così che essi siano effettivamente finalizzati alla transizione
scuola-lavoro, agevolare l’accesso al lavoro autonomo e professionale; per
le donne, è prioritario potenziare i servizi di cura, aumentare il sostegno
economico alle famiglie con figli, estendere il part-time, reintrodurre il
divieto delle dimissioni in bianco.
FLESSIBILI MA NON PRECARI
La flessibilità del lavoro è necessaria all’attuale organizzazione
produttiva ma non deve trasformarsi in precarietà attraverso l’abuso delle
forme contrattuali atipiche per la riduzione del costo del lavoro e l’elusione
dei diritti. Per questo, va ridotto il costo del lavoro stabile affinché
costi meno del lavoro flessibile. Occorre anche introdurre un salario o
compenso orario minimo per tutte le prestazioni di lavoro che non rientrino
dell’ambito degli accordi collettivi. Le tipologie contrattuali vanno
ridotte a quelle effettivamente rispondenti a specifiche esigenze delle
imprese e combattuto il fenomeno delle false partite Iva e dei contratti a
progetto fittizi.
ESTENDERE DIRITTI E TUTELE
Rendere il mercato del lavoro meno diseguale significa realizzare una base
comune di diritti e di protezioni sociali per tutti i rapporti di lavoro
subordinato, da estendere con modalità proprie anche al lavoro autonomo e
professionale. In questa prospettiva, si tratta di universalizzare gli
ammortizzatori sociali e di assicurare che il sostegno al reddito sia
accompagnato da politiche attive perl’inserimento e il reinserimento al
lavoro. La formazione è un diritto-dovere fondamentale per garantire al
lavoratore un effettivo e costante aggiornamento delle competenze,
funzionale alla mobilità professionale e al reingresso al lavoro.
LA RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO
Le proposte del governo sul mercato del lavoro si muovono nella giusta
direzione, ma devono essere corrette: per evitare di scaricare sulle
retribuzioni e i compensi gli aumenti dei contributi di lavoratori e
lavoratrici parasubordinate; per estendere a tutti l’assicurazione sociale
per l’impiego; per lasciareal giudice la possibilità di reintegrare chi
viene licenziato senza giustificato motivo economico (art.18); per definire
le politiche attive del lavoro. Gli interventi sul mercato del lavoro devono
essere preceduti da correzioni della normativa pensionistica sia sul
versante dei lavoratori “esodati” sia sul versante della ricongiunzione
della contribuzione e dei lavori usuranti.