Il presidente di turno dell’Unione dei Comuni del Medio Brenta, Mirco Gastaldon, approfondisce alcuni dei temi emersi nell’incontro di presentazione dell’attività dell’ente di lunedì scorso: “I dati che abbiamo presentato, e che peraltro sono a disposizione di tutti coloro che abbiano interesse a conoscerli, dimostrano come e quanto l’operazione-Unione sia stata e si dimostri giorno dopo giorno positiva per il territorio. La differenza fra i maggiori trasferimenti derivanti dall’istituzione dell’Unione e i costi di esercizio dell’ente in termini di personale e organo di revisione sono positivi. L’ammontare dei trasferimenti dalla Regione e da altri enti è pari a 143 mila euro l’anno, mentre il costo per personale dedicato e organo di revisione dell’Unione è di 48 mila euro l’anno. Il conto è semplice: dalla differenza fra le due cifre emerge che ogni anno l’Unione può beneficiare di 93 mila euro di convenienza annua, che rappresenta di fatto una ulteriore risorsa a disposizione del territorio e della collettività”.
“Qualche esempio – prosegue Gastaldon – può aiutare a comprendere quanto sia ‘virtuoso’ e utile aver accorpato alcuni servizi essenziali grazie al’istituzione dell’Unione. Per quanto riguarda le spese sostenute per il Ced, i servizi informatici e Internet l’Unione ha reso possibile, solo per questo servizio quale esempio, un risparmio di circa 15 mila euro l’anno. È importante sottolineare come l’istituzione dell’Unione sia nata non soltanto per motivazioni di convenienza economica, ma anche dall’esigenza di offrire alla collettività nuovi servizi e di implementarne altri. A titolo di esempio citerò i servizi di pattugliamento serale da parte della polizia: mentre prima non superavano i 40-50 servizi l’anno per ciascun Comune, ora possiamo contare su una presenza serale complessiva di almeno 130 pattuglie/servizi”.
“Un altro elemento di qualità dovuto all’istituzione dell’Unione è coinciso poi con l’istituzione dello Sportello Unico per le Attività Produttive, fra i primi nel Veneto ad essere attivato e reso funzionante. Per quanto riguarda poi i mancati pagamenti dei pasti – negli ultimi 5 anni – nelle mense scolastiche di Cadoneghe, va detto che la cifra complessiva di 60 mila euro non rappresenta che il 2% del bilancio del servizio dell’Unione ed il fenomeno è proporzionale nei due comuni al numero di pasti erogato. Una cifra non certo allarmistica, di fronte ai conti complessivi dell’ente ma cifra che comunque ci stiamo adoperando in tutti i modi di recuperare pur riconoscendo che si tratta di casi sociali molto difficili quali la perdita di lavoro, separazioni famigliari molto onerose, utenti emigrati. Il problema, com’è sotto gli occhi di tutti, è che molte famiglie sono in grave sofferenza di fronte alla crisi economica che sta investendo l’Italia. Quello delle mense è uno dei servizi irrinunciabili che l’ente locale deve fornire ai cittadini, perciò non siamo certo disposti a mettere sulla strada, senza cibo, i figli di persone in momentanea difficoltà. La questione va affrontata con delicatezza, ed è quello che stiamo facendo. Ma non è certo una cifra come quella relativa ai proventi insoluti delle mense che può inficiare l’attività e la funzionalità dell’Unione”.
“Aggiungo infine – conclude Gastaldon – che il consigliere di minoranza di Vigodarzere Zordan, il quale sostiene esistano problemi ed eccepisce sulle cifre connesse al bilancio, ha egli stesso ratificato con suo voto favorevole il 28.10.2011 (15 giorni orsono) il bilancio che riportava le suddette cifre e in merito non ha mosso alcuna osservazione. Dall’incontro pubblico di lunedì scorso è poi emersa da parte di tutti la bontà della scelta dell’Unione. Perciò prendere ora posizioni allarmistiche, mentre a suo tempo non si è evidenziato nulla nelle opportune sedi, è quantomeno inopportuno”.