I cinque profughi originari del Bangladesh fuggiti dalla Libia in guerra sono giunti a Cadoneghe la scorsa settimana. Hanno accettato l’invito a venire una sera alla Festa Democratica e con l’occasione hanno incontrato l’europarlamentare Debora Serracchiani. I cinque ragazzi hanno confermato di aver trovato a Cadoneghe un’accoglienza molto amichevole. Il più giovane ha 19 anni, il più vecchio 34. In Libia lavoravano tutti: 4 nel settore edilizio e uno in quello informatico.
Proprio una settimana fa, a dare loro il benvenuto al Centro di Accoglienza di Brusegana si sono recati alcuni operatori dei Servizi sociali del Comune, oltre a rappresentanti della Protezione Civile di Cadoneghe. In questi giorni i rifugiati sono ospitati in una struttura alberghiera, ma saranno presto trasferiti presso strutture private e pubbliche che verranno definite nei prossimi giorni. Com’è noto, le spese di accoglienza e mantenimento saranno interamente a carico del Governo, che ha espressamente chiesto ai Comuni di adoperarsi per la prima accoglienza dei profughi provenienti dalla Libia.
«Si tratta di cinque persone che non creeranno difficoltà nel percorso di integrazione che abbiamo predisposto: sono tutti giovani, hanno forte volontà di integrarsi, e ne avranno la possibilità – ha detto il sindaco, Mirco Gastaldon, accogliendoli –. Hanno tutti chiesto espressamente di poter imparare l’italiano, per potersi rapidamente integrare nel tessuto sociale e quanto prima cercare un’occupazione e un alloggio. Hanno tutti ben chiaro il concetto che per poter interagire con chi li sta aiutando occorre essere buoni cittadini e avere rispetto delle leggi».
«In questi primi giorni cercheremo di fare ambientare gradatamente questi ragazzi, che ora sono comprensibilmente frastornati e chiedono di poter rimanere insieme, come per farsi coraggio. Dopo un primo periodo di ambientamento, saranno messi in condizione di imparare i primi rudimenti della nostra lingua e di conoscere i punti essenziali del nostro modo di vivere. Poi, col tempo, potranno decidere di fermarsi qui, se saranno in condizione di provvedere al loro sostentamento e di interagire con la collettività, secondo un principio di autentica integrazione».
Un ruolo importante lo sta svolgendo l’Associazione Shabuz Bangla, molto attiva nel territorio. Nella foto con Debora Serracchiani si vedono anche i responsabili di questa Associazione. Un “in bocca al lupo” sincero ai nostri nuovi amici!