Debora Serracchiani torna a Cadoneghe dopo due anni. Quando nel 2009 venne per la prima volta alla Festa Democratica di Cadoneghe era da poco stata eletta al Parlamento Europeo con una valanga di preferenze: prese più voti anche di Silvio Berlusconi. Poco dopo sarebbe uscito il suo libro “Il coraggio che manca”, edito da Rizzoli.
Proprio il libro ha offerto lo spunto per la prima domanda a Debora Serracchiani: il Partito Democratico riesce ora a fare “sintesi”? Quella sintesi che due anni fa, con un partito ancora scosso dalle dimissioni di Veltroni, Debora Serracchiani invocava a gran voce dal palco dell’Assemblea che la rese famosa…
Il Pd, ha detto, ha un profilo molto diverso da allora. La linea politica è molto più netta e i passi avanti sono evidenti: i sondaggi raccontano un consenso crescente e alle recenti amministrative il Partito Democratico ha raccolto molti voti, specialmente dove ha promosso primarie vere e un programma chiaro, come a Milano, dove ha 20 consiglieri comunali.
I passi avanti ci sono, anche se capita, come nel caso recente dell’astensione al voto sull’abolizione delle province, che la posizione del Pd non sia univoca e netta. L’astensione è del tutto coerente con la posizione del Pd, ma non si possono tenere nel cassetto per anni le proposte di legge. Il tema dei costi della politica è poi un tema centrale, sul quale il Pd sta per presentare proposte serie, che vanno dalla diminuzione dei parlamentari all’abolizione dei vitalizi, come già deliberato in Toscana proprio dal Pd. In Europa sono stati fatti tagli veri ai costi della politica. Dobbiamo esigere, come Pd, che anche in Italia si facciano. Non solo ridurre o abolire le province ma tutto quel mondo di società collegate e partecipate che servono solo a piazzare gli amici.
Oggi la discussione nel Pd e nel centro-sinistra in generale è troppo legata ai nomi, alle candidature, alle “figurine”. Invece occorre stare sui temi e sui contenuti. Solo così è possibile ridare dignità alla politica, perché è di più politica e di politica “migliore” che l’Italia ha bisogno.
La discussione ha poi toccato il tema della serata, cioè il dramma della disoccupazione giovanile, che nella fascia 16-24 anni tocca in Italia il 30% (la media UE è del 20%), con punte del 49% quando si parla di disoccupazione giovanile e femminile al Sud. L’Italia ha un altro record europeo: la percentuale di “inattivi”, che non studia, né lavora.
Debora Serracchiani ha parlato dell’esempio della Francia e della Germania, due paesi nei quali si è investito molto nell’educazione e nell’agevolare il passaggio dal mondo della scuola al mondo del lavoro, promuovendo forme come il tirocinio formativo e lo stage aziendale. Si tratta di paesi nei quali non si è mai smesso di investire in ricerca e innovazione aziendale e per questo hanno risposto meglio alla ripresa dopo la grande crisi del 2008/2009.
L’Italia ha invece brillato per la sua totale assenza di politiche di contrasto alla disoccupazione e di sostegno all’economia. Perfino la Polonia sta facendo meglio dell’Italia. In Italia anche la recente manovra di correzione del deficit che avrebbe dovuto contenere misure per lo sviluppo economico, ripropone invece tagli lineari e indistinti a sanità ed enti locali, e prefigura un aumento di pressione fiscale. Una manovra iniqua e del tutto in disaccordo con le linee proposte dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi nel suo discorso di fine mandato.
Per rilanciare le imprese e l’occupazione, ha detto Debora Serracchiani, bisogna fare le vere riforme: della scuola, del sistema di educazione e formazione professionale, del welfare, per garantire l’accesso al mondo del lavoro anche alle madri, in linea coi programmi europei. Bisogna sgravare il peso fiscale sulle aziende, rendere più competitivo il sistema in cui operano: il problema del costo del lavoro esiste, ma ancora più pesante è il costo sostenuto dalle imprese italiane per l’energia elettrica, o per la mancanza di infrastrutture adeguate.
Debora Serracchiani al termine dell’incontro ha conosciuto i cinque profughi provenienti dalla Libia e originari del Bangladesh, appena arrivati a Cadoneghe nell’ambito del progetto di accoglienza diffuso. E poi è ripartita per Udine. L’appuntamento con la nostra festa è per il 2013! Un anno cruciale per l’Italia.