Com’è lo stato di salute della scuola pubblica oggi? Ne hanno parlato alla Festa Democratica di Cadoneghe, di fronte a un pubblico numeroso composto da insegnanti, studenti e genitori, i deputati del PD Alessandro Naccarato e Beppe Fioroni, già ministro dell’Istruzione nell’ultimo governo Prodi, assieme al prof. Giorgio Quaggiotto, coordinatore provinciale sindacato GILDA, e la prof.ssa Annelisa Squizzato, dirigente scolastico della “Don Milani”. Ha introdotto il segretario del Pd Cadoneghe Alberto Savio e moderato il dibattito Maria Cocchiarella dell’Esecutivo.
“Non sono tagli casuali quelli alla scuola pubblica” ha detto Fioroni “Né servono banalmente a favorire la scuola privata. Sono funzionali a creare i cittadini dell’Italia del futuro, dove le disparità aumenteranno. La riforma dei tecnici e dei professionali non può che trovarmi d’accordo: si tratta di fatto di un proseguimento del mio lavoro da Ministro. Ma non si possono fare le riforme senza risorse, perché senza risorse si ottiene solo il depotenziamento del ramo tecnico-professionale. Senza mettere 150 mln di euro l’anno per rendere effettive le riforme, si illudono i ragazzi promettendo loro un inserimento immediato nel mondo del lavoro che non potrà avvenire.”
“I tagli previsti entrano nel 2011/12 nella loro fase più acuta. Toccano la scuola elementare che fino a pochi anni fa era il fiore all’occhiello del nostro sistema educativo (sesta nelle graduatorie internazionali). La scuola ha il compito di stimolare il senso critico. Con i tagli, i bambini alle 12.30 saranno già a casa, davanti alla Tv. Questo è il disegno strategico: trasformare i cittadini da protagonisti critici del loro tempo a consumatori obbedienti.”
“I 15 mila insegnanti specialisti della scuola primaria ai quali era affidato l’insegnamento dell’inglese (ovunque le lingue si insegnano in questa fase) non erano neppure sufficienti, ma sono stati tutti licenziati. Solo in Italia pensiamo di poter avere maestri tuttologi.”
“Tutti i ministri degli ultimi anni, di centrodestra e centrosinistra, hanno fatto tagli. Ma con differenze fondamentali: nel centrosinistra i tagli erano una tantum ed erano scelti dal mondo della scuola, al quale si chiedeva la compartecipazione alle esigenze del bilancio statale. I tagli attuali sono invece strutturali e permanenti.”
“Due problemi enormi a cui va posto rimedio sono il sistema precario di reclutamento, le graduatorie di fatto permanenti, che illudono migliaia di insegnanti e rendono precario tutto il sistema, e l’impossibilità per i docenti di avere un reale aggiornamento professionale, per la scarsità di mezzi e l’inadeguatezza degli stipendi.”
“In questi anni in Italia si è affermata un’idea pericolosa: l’idea che conti poco la scuola e l’educazione. Ai tempi del mio ministero, un sondaggio evidenziò che per il 94% degli studenti contano di più la raccomandazione e i soldi delle capacità e del merito. Dobbiamo far recuperare alla scuola pubblica la credibilità che aveva qualche anno fa, quando era considerata autorevole al pari della Presidenza della Repubblica. Dobbiamo affrontare la crisi della scuola, ma anche quella della famiglia, con i genitori che si atteggiano spesso a sindacalisti dei figli. Dobbiamo pretendere che il merito diventi centrale. Dobbiamo esigere una scuola che non si limiti a trasmettere “conoscenze” ma semini i valori della tolleranza e del rispetto. Queste sono le battaglie che il centrosinistra deve portare avanti.”
La preside della “Don Milani”, Annelisa Squizzato, ha sottolineato che la scuola oggi è percepita come una delle istituzioni formative, neppure la più importante e non più indispensabile. La scuola forma invece il cittadino di domani, stimola capacità e libertà di pensiero. Le difficoltà sono tante: da classi troppo numerose alla mancanza di risorse per ammodernare gli ambienti e renderli più accoglienti. Una collega della professoressa, di Campo San Martino, si è associata al grido d’allarme della dirigente parlando di depressione e di “danno biologico”. “Siamo stati scippati della nostra scuola in questi ultimi anni.”
Il prof. Quaggiotto della Gilda ha parlato di “demolizione della scuola pubblica, avvenuta nel silenzio generale, anche dei genitori.” Un aspetto che deve far riflettere. Occorre recuperare il significato di “cultura”: la cultura appartiene ai “vecchi”, a chi ha esperienza e vita vissuta. Un ragazzo di tredici anni, abituato a “smanettare” fin da piccolo col computer, difficilmente può trovare interessanti i contenuti trasmessi a scuola: ma guai a pensare che l’educazione si possa ridurre alla familiarità con la tecnologia che tanto strabilia i genitori, poco “informatizzati”.
L’on. Alessandro Naccarato, nel suo intervento, ha evidenziato che la scuola pubblica ha tuttora risorse e potenzialità enormi. La riforma Berlinguer conteneva aspetti qualificanti sui quali è opportuno ritornare: l’autonomia scolastica e la valutazione della qualità didattica. E’ fondamentale la possibilità di misurare e valutare la qualità del lavoro dei docenti. Si può discutere sul criterio da usare, su come fare i test, ecc. ma non si può prescindere dal farlo.
In Italia, ha spiegato Naccarato, la fascia educativa dai tre ai sei anni è sottovalutata. Deve invece diventare una priorità assoluta. La stessa scuola elementare, che era fino a pochi anni fa, un vanto del nostro sistema educativo, dovrà essere riportata a quei livelli. Altra priorità individuata dal Partito Democratico: togliere dal patto di stabilità gli interventi di edilizia scolastica, per consentire agli enti locali di intervenire sugli edifici mettendoli a norma e ammodernandoli.
La sfida per il governo del Paese passa anche attraverso una proposta complessiva per il sistema educativo, un tema cruciale per il rilancio futuro dell’Italia. Una proposta che il Pd ha elaborato qualche mese fa a Varese e che l’on. Naccarato ha illustrato con competenza, essendo, tra l’altro, un insegnante.