Si sente parlare di crisi economica e aumento della disoccupazione. Com’è la situazione a Cadoneghe?
Cadoneghe, come tutto il nostro Paese, risente di una situazione economica non facile. Diversamente da altri distretti, che basano la loro attività su produzioni specifiche di settore (con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ciò comporta), il fatto che nel nostro territorio esista un tessuto produttivo vario e, per certi versi, innovativo permette di non sentire gli effetti della difficile situazione del momento in modo particolarmente acuto. Gli anni della Breda e della Grosoli sono ormai lontani, nel senso che non esistono più poli di aggregazione dell’economia e del lavoro così forti e strutturati.
Negli ultimi decenni a Cadoneghe si è infatti consolidata una articolata rete di attività legate al terziario e ai servizi che per sua natura è flessibile e dinamica nel confrontarsi con il mercato. Certo, la situazione a livello generale non è semplice e Cadoneghe non può certo essere considerata un mondo a parte rispetto al resto del territorio che la circonda, ma come accaduto in passato saprà uscire dalla crisi con forza e tenacia.
Come pensate di intervenire a sostegno delle famiglie dove viene a mancare la fonte di reddito a causa della perdita del posto di lavoro?
Cadoneghe si caratterizza per un alto livello di sostegno sociale, che è sempre stato e sempre sarà uno dei principi ispiratori dell’amministrazione comunale: in base ai parametri previsti dalla legge, l’Amministrazione comunale non mancherà di intervenire a sostegno dei cittadini e delle famiglie cui venisse a mancare una fonte di reddito in quanto a tal fine ha predisposto disponibilità economica. Chiaramente questi aiuti devono essere oggetto di un intervento progettuale che riporti le persone all’interno del circuito lavorativo nel più breve tempo possibile. Non crediamo infatti a un assistenzialismo senza sbocchi e senza prospettive. Viceversa, il nostro settore dei Servizi Sociali – uno degli ambiti di cui i cittadini di Cadoneghe possono andare fieri – interviene fattivamente non solo sul piano meramente economico (sovvenzioni, agevolazioni, consulenza), ma anche, e soprattutto, sotto il profilo assistenziale nel senso più ampio del termine: alle persone rimaste senza occupazione, senza prospettive di impiego, a chi insomma si trova “disarmato” e smarrito di fronte alla crisi che colpisce soprattutto le fasce deboli della popolazione, vogliamo offrire orientamento e informazioni specifiche. Solo così si contribuisce a un reale reinserimento della persona nel mondo produttivo.
E per i giovani precari che tipo di interventi dovrebbero essere adottati dal governo?
Quello dei giovani alle prese con un mondo del lavoro sempre più chiuso, competitivo e frammentato, è forse uno dei più grandi problemi che l’Italia ha in questo momento. È una vera emergenza, e come tale richiede provvedimenti strutturali, i cui effetti siano duraturi. Servono misure drastiche, che aiutino a invertire la rotta: i giovani devono tornare a credere in un futuro professionale, in una prospettiva di collocazione sociale che li invogli a studiare, ad acquisire conoscenze e a investire nella propria formazione. Per questo bisogna che il Governo emani provvedimenti che aiutino a distinguere flessibilità (doverosa, nell’attuale contesto economico) da precarietà (che invece è una vera e propria condanna sociale). Gli interventi immediati da adottare sono semplici: sussidi mensili ai precari adeguati al costo della vita (almeno 1000 euro al mese, come avviene in tutta Europa) e duraturi, abbassamento delle aliquote contributive per i lavori tipo CoCoPro, sgravi fiscali per le famiglie con figli a carico. Inoltre, dato che il problema è più a monte, questo Paese dovrebbe ricominciare a investire nella scuola e nella ricerca, la migliore garanzia per il futuro, e non tagliare in un settore che è visto solamente come costo.
Il problema della casa: sfratti, caro mutui, difficoltà nel pagare affitti sempre più elevati. Quali misure vengono messe in atto dall’amministrazione comunale per i cittadini di Cadoneghe?
Le politiche per la casa seguono tre direttrici principali. Recentemente sono stati consegnati dall’Amministrazione comunale di Cadoneghe 9 alloggi Ater agli aventi diritto che avevano partecipato alla graduatoria 2007, che fa seguito a una precedente concessione di 34 alloggi Peep nella zona di Bagnoli. Il Comune conta di riuscire a dare a breve altre risposte concrete ai problemi dell’emergenza abitativa con ulteriori assegnazioni. Nel frattempo, sta anche procedendo l’iter dell’autocostruzione, che permetterà a 16 assegnatari di altrettante unità Peep – riuniti nella cooperativa “Sirio” – di realizzare notevoli risparmi nella costruzione della loro casa. Ad oggi le unità Peep/ATER in Cadoneghe superano le 800 unità e collocano il Comune secondo per numeri solo a Padova.
Ma l’Amministrazione comunale ha voluto intervenire, per quanto è nelle sue competenze, anche sul fronte dei mutui. Così come in tutto il Paese, molte famiglie di Cadoneghe si trovano ad affrontare difficoltà economiche a causa del forte aumento del costo della vita e dei tassi di interesse, con il risultato che il peso della rata del mutuo sul bilancio mensile di chi ha acquistato, costruito o ristrutturato casa si è fatto in certi casi insostenibile.
Il Comune di Cadoneghe ha perciò deciso di sottoscrivere la convenzione con i maggiori istituti bancari per la surrogazione o la rinegoziazione gratuita dei mutui casa a favore dei cittadini residenti.
Grazie a questa convenzione in caso di surrogazione il cittadino residente a Cadoneghe non dovrà pagare penali per l’estinzione del vecchio mutuo, né imposte sostitutive e spese bancarie per la concessione del nuovo mutuo, e potrà inoltre mantenere le detrazioni fiscali della prima casa. Infine l’Amministrazione in questi anni ha portato avanti le procedure di svincolo e di cambiamento del vincolo del diritto di superficie in proprietà all’interno dei Peep, al fine di slegare il proprietario da lunghe convenzioni che non gli permetterebbero di rispondere ad esigenze famigliari nel frattempo mutate.
Nella determinazione delle tariffe dei servizi scolastici e dell’asilo nido si tiene conto delle famiglie con difficoltà economiche e con numerosi figli?
Per i servizi scolastici (di competenza dell’Unione del Medio Brenta quali mense e trasporto), si tiene conto del numero dei figli e conseguente la loro numerosità si hanno delle riduzioni progressive. Per altri servizi quali l’asilo nido o per i contributi economici ci si basa sull’ISEE, che tiene conto sia della situazione economica sia del numero dei componenti del nucleo familiare. Ad un ISEE più basso corrispondono quindi rette più basse e riduzioni ulteriori in base alla numerosità dei componenti.
I redditi delle famiglie: Cadoneghe è un paese ricco o povero?
Dai dati in possesso dei nostri Servizi Sociali, nel nostro territorio fortunatamente non sembrano sorgere molte situazioni di grave emergenza sociale. Gli interventi di assistenza e sostegno alle famiglie condotti in questi ultimi mesi si allineano sostanzialmente ai livelli dello scorso anno.
Analizzando il tenore di vita medio dei nostri cittadini, se ne deduce che Cadoneghe non è certamente un paese povero. Va detto che anche le nostre famiglie devono fare i conti con la difficile congiuntura che stiamo attraversando. A Cadoneghe vige una lunga tradizione di solidarietà sociale, di attenzione verso i più deboli, di cura dell’offerta educativa e scolastica, di sensibilità verso i temi ambientali e la qualità della vita. Crediamo che tutto questo contribuisca a far sentire le persone meno sole di fronte alle avversità.
L’Amministrazione comunale è consapevole che governare il territorio significa anche e soprattutto essere in grado di offrire risposte concrete alle richieste provenienti dalla collettività, e soprattutto tenere vivi i valori della solidarietà, dell’accoglienza, dell’apertura verso i più deboli, gli esclusi, gli emarginati e coloro che subiscono condizioni socio-economiche di disagio o difficoltà.