Per la strada provinciale 34, la Strada delle Centurie, il 2019 doveva vedere ultimato tutto il lavoro già progettato, finanziato e anche validato dalle diverse conferenze dei servizi. Per ragioni sicuramente da attribuire ad un cambiamento di priorità, il 2019 è trascorso con un nulla di fatto e anche il 2020 se ne è andato nella continua risposta che i lavori dovevano partire sempre il mese prossimo… (quasi venti mesi).

Puntuale, infatti, è arrivato a fine dicembre 2020 l’annuncio dell’amministrazione comunale per il mese di gennaio 2021: «I lavori partiranno l’11 gennaio, con la pulizia dei fossi e il taglio delle piante da rimuovere e prevedono i lavori di allargamento della provinciale (in quel tratto si chiama via Roma) e la realizzazione di una nuova pista ciclabile nel tratto che da via Giotto arriva a via Maestri del Lavoro».

I cittadini si aspettano che sia la data buona.

Nel frattempo la “storia” di questa strada si è allungata senza giustificazioni.

Nel 2010 la sistemazione della strada stranamente si era fermata pressoché al confine con Campodarsego. Dopo varie rimostranze, mozioni e anche manifestazioni popolari l’avvio dei lavori per i primi due stralci ha visto origine e conclusione nello scorso mandato amministrativo.

Grazie alla scelta del Comune, avvenuta nel 2015, di non attendere più “le promesse” (risalenti all’anno 2011) dell’allora vicepresidente provinciale Marcato e nemmeno di dare corso a nuove proteste contro chi (proprietario della strada) non le avrebbe di certo tramutate in lavori, il Comune di Cadoneghe ha preso in carico il progetto, finanziato dal bilancio comunale (e da un paio di contributi provinciali) ed iniziato l’iter realizzativo.

Tra la fine del 2016 e parte del 2017 la Strada provinciale 34 ha trovato (grazie all’apporto di capitale di Etra) anche la sistemazione e l’allacciamento alla rete fognaria dell’intera zona, col rifacimento completo del manto stradale. La primavera dell’anno dopo ha trovato completamento il primo stralcio, che ha visto il lavoro più lungo e costoso, il rifacimento del “Ponte dea Sota” con la risistemazione dei sottoservizi e soprattutto la risezionatura e lo spostamento del Rio dell’Arzere. 

Arriviamo all’oggi, a dicembre 2020. Si comprende che alcune richieste dei frontisti possano aver “bloccato” l’inizio dei lavori, oppure come si potrà far serpeggiare da parte dell’attuale amministrazione… “Abbiamo rifatto il progetto…”. Ebbene, nessuna obiezione: realizzate finalmente l’opera cominciando davvero a gennaio! Non servono mutui e tra l’altro adesso per un piccolo tratto la strada non è più provinciale e quindi meno ostacoli.

La sicurezza della strada è un valore sociale pubblico (e va intesa anche come rispetto della situazione idrogeologica) e non deve assolutamente rispondere a comodità o interessi di singoli.

Gruppo Consiliare

del Partito Democratico