A metà dicembre i morti veneti per la pandemia arrivano a cinquemila: è il tempo della responsabilità regionale, che coinvolge prima di tutti le istituzioni della Regione Veneto.

“Sono giorni drammatici per il Veneto: il rischio che corriamo è quello di diventare la Lombardia della prima ondata. Se dal 1° dicembre ad oggi mille persone hanno perso la vita e se la cifra dei decessi registrati nella nostra regione da inizio pandemia ha quasi toccato quota 5.000, è evidente che non possiamo più attendere che sia Roma ad agire per noi”. A dirlo sono i consiglieri regionali del Partito Democratico Veneto con il capogruppo Giacomo Possamaie i colleghi Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis.

“Zaia e la Giunta – dicono i consiglieri del PD – si assumano la responsabilità di fermare una situazione nella quale le notizie e gli allarmi su casi di saturazione degli ospedali e di entrata in crisi di alcuni servizi sono segnali di un quadro critico che non deve tramutarsi in tracollo”. E invece “sembra ormai che l’unica attività di Zaia sia quella di fare melina e di sfuggire dalle decisioni e dalle responsabilità, scaricando totalmente sui cittadini la colpa degli assembramenti nel week-end”.

Sullo stesso argomento è intervenuto anche il deputato veneto del Partito democratico, Diego Zardini.

“Zaia si assuma le proprie responsabilità. Dal governo ha avuto ampie coperture politiche, legislative e finanziarie per contrastare la seconda ondata di coronavirus. Purtroppo in Veneto il numero di contagi è ampiamente sopra la media nazionale, così come quello dei decessi. Lo hanno evidenziato la settimana scorsa i sindacati dei medici, degli infermieri e degli operatori ospedalieri, disperati e lasciati soli davanti al procedere inarrestabile del numero di positivi e di morti. Lo aveva previsto, inascoltato, il professor Crisanti, criticando la scelta di basare la prevenzione sui tamponi cosiddetti ‘rapidi’. Ammesso che i dati forniti dalla Regione Veneto al ministero della Sanità siano corretti, e non ho dubbi che sia così, è chiaro che il sistema sanitario regionale non sta funzionando. Trincerarsi dietro i numeri mentre i cittadini cadono è doppiamente colpevole”.

Partito Democratico

Circolo di Cadoneghe