Lo scorso 4 aprile 2018 ricorreva il 50. anniversario dell’omicidio del reverendo Martin Luther King, premio Nobel per la pace e grande riferimento della lotta per i diritti del popolo afroamericano. In quel 4 aprile del 1968 si trovava a Memphis a sostenere lo sciopero degli addetti alla pulizia urbana di colore, che avevano un trattamento salariale e condizioni di lavoro peggiori dei colleghi bianchi. Una pallottola fermò per sempre l’azione di uno degli uomini più coraggiosi di tutti i tempi, capace di condurre una battaglia durissima ma altrettanto giusta in condizioni ostili e rischiose. Per dare un’idea del clima di quel periodo basti pensare che appena si propagò la notizia della morta di King scoppiarono ovunque negli Stati Uniti violenze e scontri, con la morte di decine di persone.
Nel 1988, vent’anni dopo quel doloroso epilogo, a Cadoneghe il sindaco Elio Armano decise di intitolare lo stadio al reverendo King, a fianco del quale venne eretto un obelisco con un foro passante che simboleggiava la pallottola che trapassò il collo del leader dei diritti umani stroncandone la giovane vita: aveva meno di 40 anni.
Fu una decisione unanime, sia il PCI che la DC, che erano maggioranza e minoranza, furono concordi nel ricordare la figura di King, e non fu nemmeno casuale la scelta di farlo il 25 aprile di quell’anno: la Festa di Liberazione dal regime nazifascista acquistò un significato di grande valore umano e ideale, perché si affermò che non ci può essere autentica libertà finché resisteranno situazioni di profonda disuguaglianza e finché il razzismo non sarà totalmente estirpato alla radice.
Il messaggio di Martin Luther King è più che mai attuale ed è stata per questo meritoria ed emozionante la fiaccolata messa in campo proprio il giorno del 50. anniversario dall’amministrazione comunale di Cadoneghe, col sindaco Michele Schiavo e tutta la giunta, con Elio Armano e con una grande partecipazione di cittadini e di associazioni sportive che animano con la loro attività l’impianto dedicato a King.
Cadoneghe si è da sempre distinta per la sua capacità di accogliere. Lo fece ai tempi della crisi albanese, con i barconi che approdavano in Puglia pieni di gente disperata, lo fa da sempre verso le popolazioni martoriate dell’Africa, avviando iniziative anche con le parrocchie locali, e aderendo ai programmi di accoglienza dei rifugiati. Lo ha sempre fatto, fin dagli anni 80, con un grande senso di responsabilità: un’accoglienza consapevole, nel pieno rispetto della dignità umana.
La settimana scorsa c’erano alla fiaccolata molte persone di colore, alcuni sono i rifugiati accolti nell’ambito del progetto SPRAR. Persone che vivono con entusiasmo la dimensione comunitaria del nostro piccolo ma dinamico paese.
Il ricordo di Martin Luther King non poteva non mescolarsi con la realtà attuale, con le conseguenze portate dal fenomeno migratorio, con la grande responsabilità di dare accoglienza e di costruire insieme prospettive di vita per queste persone e per queste famiglie. E insieme a questo la grande responsabilità di combattere sempre ogni manifestazione di razzismo, ovunque essa si annidi. Il razzismo è la parte peggiore di ciascuno di noi, un cancro da estirpare con la cultura dell’incontro e del dialogo.
Da questo punto di vista Cadoneghe ha sempre onorato la memoria di King, e il grande obelisco in cemento è là a ricordarcelo.
Alberto Savio
segretario PD Cadoneghe