Il Consiglio comunale di Cadoneghe, fra i tanti argomenti posti in discussione nella seduta dello scorso 29 aprile, ha approvato l’adesione al progetto denominato CONVENZIONE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE – FEMMINICIDIO NO MORE”. L’ordine del giorno, illustrato dalla consigliera delegata alle pari opportunità Lucia Vettore, prende avvio dal documento omonimo consegnato all’amministrazione comunale in occasione della ricorrenza del 25 novembre giornata mondiale contro la violenza sulle donne da parte dell’UDI di Cadoneghe e, simbolicamente, da parte di tutte le donne.
Questo documento è stato elaborato dalle associazioni di donne e realtà nazionali che condividono un forte impegno sul tema della violenza sulle donne per richiamare le istituzioni alla loro responsabilità e agli atti dovuti per combattere questo terribile fenomeno. Anche da parte di alcuni organismi internazionali viene contestato all’Italia lo scarso impegno nel contrasto della violenza maschile nei confronti delle donne.
La gravità del fenomeno appare evidente dal numero allarmante dei casi di femminicidio, ovvero l’omicidio compiuto dal proprio partner o ex, che si verificano in Italia – circa 130 casi nel 2012 – che riguardano per il 70% donne italiane e nel 60% sono commessi nel contesto di relazioni affettive tra vittima e autore. Un reato non nuovo, la cui frequenza e attualità non fanno supporre che sia in regressione, anzi assistiamo ad uno stillicidio di casi che induce la neo-ministra alle pari opportunità Josefa Idem ad invocare la costituzione di una “task force” che se ne occupi a livello nazionale.
La considerazione di partenza è che la violenza sulle donne, in tutte le sue sfumature, non è una questione privata, ma politica in quanto fenomeno di pericolosità sociale per donne, uomini e bambini. La violenza sulle donne non è da inquadrare come una emergenza ma è un fenomeno strutturale di una società che pone uomini e donne in una relazione di disparità, e esiste quindi la necessità di:
– cambiamento radicale di cultura e mentalità (che richiede molto più tempo e maggiore impegno che non l’adozione di semplici leggi).
– rappresentanza appropriata delle donne, a fianco degli uomini in ogni ambito della società
– intervento sulla rappresentazione stereotipata e svilente delle donne nei media e nella pubblicità
– intervento delle istituzioni per politiche attive, coerenti e coordinate di educazione e prevenzione;
– attuazione del piano nazionale antiviolenza del dipartimento per le Pari Opportunità;
– ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa approvata ad Istanbul nel 2011 (su prevenzione e contrasto della violenza sulle donne e violenza domestica).
Il documento rileva la necessità di pervenire ad una definizione univoca e al monitoraggio del fenomeno con raccolta dati per la formazione di un Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne. Viene quindi proposta l’istituzione di un numero di pubblica utilità (il 1522) e una più specifica formazione delle persone che lavorano nel settore (forze dell’ordine, servizi sanitari, medici di base, servizi sociali, magistratura, giornalisti).
Altro punto qualificante della proposta consiste nella richiesta di riconoscimento e finanziamento dei centri antiviolenza come parte integrante dei servizi da offrire sul territorio per accogliere donne vittime di violenza (e i loro figli). Richieste riguardanti aspetti giuridici sono quelle del divieto dell’affido condiviso in presenza di un genitore violento, di interventi tempestivi in difesa dell’incolumità di donne che denunciano violenze, di creazione di uffici giudiziari specializzati in materia di violenza di genere e di unificazione delle competenze fra tribunali ordinari e tribunali dei minori con procedure semplificate, di meccanismi di risarcimento effettivo del danno causato dalle violenze.
La proposta ha in sintesi la precisa finalità di promuovere iniziando dal livello locale quelle azioni di prevenzione e sensibilizzazione culturale anche nelle scuole, a partire dai contenuti dei libri di testo alla formazione professionale del corpo docente sugli stereotipi di genere che possono generare discriminazione e violenza. Con l’approvazione dell’odg il sindaco a l’amministrazione comunale vengono chiamati a realizzare azioni concrete in direzione della prevenzione e del contrasto del fenomeno della violenza sulle donne, vigilando su ogni forma di comunicazione offensiva della dignità delle stesse.