Doveva intervenire di persona, ma probabilmente gli stessi motivi di sicurezza che la costringono a vivere blindata e sotto scorta dopo che lo scorso anno le è stata bruciata la farmacia e presa a pallettoni l’auto, le impediscono ora di spostarsi in sicurezza. L’Amministrazione comunale di Cadoneghe ha invitato Maria Carmela Lanzetta, sindaco di Monasterace (RC), al convegno “La nuova resistenza è la lotta per la legalità” in programma giovedì 25 aprile in sala consiliare. Viste le difficoltà organizzative, l’intervento della Lanzetta è avvenuto comunque in diretta streaming, perché questa donna coraggiosa non ha voluto rinunciare a un momento importante: l’occasione per celebrare la Festa della Liberazione raccontando con semplicità e modestia l’esempio fattivo di un sindaco in prima linea per la difesa e la diffusione degli ideali di giustizia e di civismo in una società che oggi più che mai avverte il bisogno di valori etici fondanti.
Abbiamo rivolto alla Lanzetta una domanda fondamentale: che cosa l’ha fatta decidere di restare al suo posto di sindaco nonostante le gravi minacce all’incolumità sua e della sua famiglia? La sua risposta è stata un esempio per tutti noi: la voglia di testimoniare che le logiche perverse della criminalità non possono prevalere, se a combatterle trovano non un sindaco da solo, ma tutta una comunità, una “rete” di cittadini e amministratori che non accettano zone grigie e compromessi, e nemmeno vogliono cedere al ricatto.
L’Italia non ha bisogno di eroi, ma di un senso di legalità diffuso e condiviso. L’esempio di questo sindaco – e di altri amministratori coraggiosi come quelli di Locri, Roccella, Ardore, Gerace, Caulonia – non rimarrà inascoltato. Grazie, Maria Carmela.
Mirco Gastaldon, sindaco di Cadoneghe