Si è svolto stasera in Sala Consiliare un pubblico dibattito sul tema del nuovo assetto amministrativo delle province e delle città metropolitane. Vi hanno preso parte i sindaci di Cadoneghe Mirco Gastaldon e di Vigodarzere Francesco Vezzaro e il vicesindaco di Padova Ivo Rossi.
Il sindaco di Cadoneghe Mirco Gastaldon ha sottolineato come la fine anticipata del governo Monti e quindi della legislatura in corso ponga un serio stop alle riforme avviate, tra cui quella appunto del riassetto dei livelli amministrativi e dell’accorpamento delle province. Gastaldon ha anche anticipato che l’Unione dei Comuni del Medio Brenta sta discutendo con altre amministrazioni l’allargamento dei suoi confini e ha annunciato che lo studio di fattibilità finanziato in parte dalla Regione per la fusione con Vigodarzere e Padova è stato da poco assegnato a un team di ricercatori dell’università di Bologna. La crisi impone di superare i limiti amministrativi troppo angusti. A Padova, su 104 comuni, 23 hanno meno di 10 dipendenti. Il tema della fusione dei piccoli comuni non è più rinviabile. Così come la riforma dei livelli amministrativi, con riduzione delle Regioni e ridefinizione delle province. Anche le unioni tra comuni vanno ulteriormente incentivate: la legge le rende già in molti casi obbligatori. Il sindaco ha illustrato il nuovo assetto amministrativo previsto dalla riforma avviata dal governo Monti che prevede anche l’attuazione delle 10 aree metropolitane, oltre all’accorpamento delle province che diventano enti di secondo livello. L’opzione Città Metropolitana per la nostra area provinciale è un’opportunità da cogliere che permette di avere una visione omogenea per il trasporto pubblico, per i servizi, per lo sviluppo del territorio. Nulla a che vedere con opportunità politiche o partitiche. Anzi, questa opportunità non è certamente ben vista dalla vecchia politica che vuole conservare poltrone e rendite. Occorre invece superare il campanilismo e ragionare in un’ottica di sistema, e questo è oggi indispensabile in una stagione di contrazione di risorse.
Francesca Gambarotto dell’Università di Padova, docente di Economia del Territorio, dip. Scienze Economiche. La docente ha spiegato che l’Europa è profondamente cambiata e la competizione avviene ormai tra regioni e aree territoriali. L’Europa spinge i territori a diventare “smart” attraverso l’innovazione, una forte coesione interna, una “collaborazione” tra i diversi attori. Questo porta a una migliore qualità della vita e a una maggiore competitività. Importante l’aspetto tecnologico (si parla di città “intelligenti”) e un impegno concreto della pubblica amministrazione in questo senso: una forte volontà politica e una nuova visione “partecipata” della vita cittadina.
Il sindaco di Vigodarzere Francesco Vezzaro ha sottolineato che il movimento che porterà alla istituzione della Città Metropolitana è un movimento destinato a compiersi, perché attua una vera riforma federale e dà vita a una forma organizzativa nuova che nasce da esigenze reali del territorio. Anche Vigodarzere ha aderito, se pur con ritardo. Questo è un momento di trasformazioni profonde dei rapporti economici e questo si rifletterà in trasformazioni amministrative. La frammentazione amministrativa porta a tempi lunghissimi, come per il PATI dell’Area Metropolitana, per esempio. O per il GRA, che rimarrà incompleto proprio nell’area trainante della provincia, l’area nord.
Ivo Rossi ha concluso il giro di interventi. Ha detto che lo scenario oggi è molto diverso rispetto a com’era una settimana fa: la crisi di governo ha cambiato rapidamente il contesto, ma rimaniamo comunque sulla scia dell’art. 133 della Costituzione. Il percorso è segnato e inevitabile: in questi anni il mondo è cambiato, l’economia ha altri equilibri geografici e noi non possiamo affrontare questi cambiamenti con un’architettura istituzionale e amministrativa inadeguata. L’assetto istituzionale va cambiato, il complesso delle istituzioni va alleggerito: abbiamo ereditato un sistema di amministrazioni non più sostenibile, pensato per un mondo in crescita. La città metropolitana (meglio parlare però di area metropolitana) è coerente con lo sviluppo del territorio e con i flussi di traffico registrati: la divisione amministrativa attualmente vigente delle province, con i loro confini anacronistici, non ha più senso. Come non ha più senso la polverizzazione del territorio, la proliferazione delle zona artigianali e dei capannoni che hanno distrutto il territorio e creato diseconomie. Il PATI intercomunale dell’Area Metropolitana, pur con tutti i limiti dell’esperienza, è stato un segnale importante. Ivo Rossi ha poi parlato della fusione di Acegas APS con HERA (19. gruppo industriale nazionale e seconda multiutility) e ha parlato dell’imminente analogo processo nel campo del trasporto pubblico che porterà a un’unica azienda di dimensione regionale.