Dichiarazione di voto a favore della delibera sull’adesione alla Città Metropolitana.
Alberto Savio capogruppo Cadoneghe Città e Ambiente
Consiglio Comunale del 23 novembre 2012
Grazie Sindaco, buonasera a tutti.
Il consigliere Beccaro ha sottolineato che arriviamo a trattare la questione con un ritardo molto grave ed ha perfettamente ragione. Proprio in questo documento che il Sindaco sta mostrando sullo schermo (che se non sbaglio sono le slide che illustrano il provvedimento del Governo) c’è una citazione interessante che è tratta da un verbale di una Commissione Riforme della Camera dei Deputati – dopo dirò a che anno risale – che dice questo, sono cinque righe e ve le leggo.
“Immaginate circoscrizioni amministrative provinciali, non diremo molto vaste o molto popolose ma tali che racchiudano in sé sufficienti elementi di vita, e vedrete meno grette le intenzioni, più estese le viste, meno preponderanti le influenze locali, più studiato e cercato l’interesse generale, più apprezzata l’indipendenza, più vivo quanto più legittimo il desiderio di maggiori franchigie, più sicura infine la libertà”.
Come si intuisce anche dallo stile della scrittura, si tratta di un testo abbastanza antico e risale, infatti, al 1856. La discussione sul riordino delle Amministrazioni provinciali è una discussione estremamente antica e noi arriviamo a questo punto dopo che c’è stata promessa anche l’abolizione delle Province dal Governo precedente.
Arriviamo a questo punto in cui il riordino dell’assetto provinciale diventa una necessità non più rinviabile.
Il mio intervento è per confermare naturalmente il nostro sostegno a questa delibera.
È intercorsa la novità del decreto legge n. 188, che unisce, ipotizza l’unione delle Province di Padova e Treviso e questo rende di fatto ancora più strategica e valida la scelta di procedere ad un’adesione dei Comuni padovani e trevigiani alla Città Metropolitana di Venezia.
Questa ci sembra una richiesta che va nella direzione di una semplificazione amministrativa e di un governo del territorio più in grado di fare scelte determinanti per lo sviluppo del Veneto orientale, una scelta in linea con la fisionomia del territorio, come hanno già sottolineato i precedenti interventi.
La cosiddetta area Pa.Tre.Ve. di cui si parla da decenni è già nei fatti un territorio con caratteristiche omogenee, con esigenze e aspirazioni comuni, con interconnessioni molto strette, con legami economici fortissimi. Un territorio che può avere una vocazione, un respiro comune, in un contesto sempre più europeo e globale.
La forma amministrativa della Città Metropolitana garantisce un adeguato livello di autonomia decisionale.
Bisogna sottolineare che, diversamente dalle Province, le Città Metropolitane svolgeranno un ruolo importante di pianificazione e infrastrutture, gestione e servizi pubblici, organizzazione dei servizi d’interesse generale, mobilità, viabilità, promozione dello sviluppo economico e sociale. Sono quindi funzioni reali e potranno incidere con risorse adeguate su settori vitali dell’economia.
Un’economia che oggi, come sappiamo tutti, soffre, come il turismo, i servizi sociosanitari, le reti infrastrutturali, gli insediamenti produttivi.
Insomma, questa ci sembra una grande opportunità, proprio nell’ottica di attuare anche concretamente una riforma federale dello Stato.
Nelle ultime settimane abbiamo letto sulla questione numerose prese di posizione da parte di esponenti del centrodestra e della Lega, posizioni soprattutto contrarie e mirate alla conservazione della situazione così com’è. Una difesa di localismi che ci sembra del tutto anacronistica, come abbiamo già fatto rilevare la volta precedente.
La riforma invece avviata da questo Governo è una riforma giusta, sacrosanta. E noi siamo qui, con questa delibera, a sostenerla nel nostro piccolo Comune. Consente di attuare gli articoli 114 e 133 della Costituzione, rende più efficiente e meno costoso il governo del territorio, mette ordine su livelli amministrativi che hanno creato in questi anni gravi lungaggini e sovrapposizioni di competente.
Sottolineo alcuni aspetti. Nel 2014 le Province diventeranno finalmente Enti amministrativi di secondo livello. Ci sarà un Consiglio Provinciale, un Presidente di Provincia, mentre per le Città Metropolitane è previsto il Consiglio Metropolitano, il Sindaco Metropolitano ed eventualmente un Vicesindaco.
In tutti e due i casi le Giunte saranno abolite, significa un migliaio di poltrone, tra l’altro molto ben retribuite, in meno. E non si tratta di retribuzioni leggere, come quella ad esempio del Sindaco di Cadoneghe, ma parliamo di qualche migliaio di euro al mese.
E una novità da non trascurare in tempi in cui la politica è diventata molto spesso e a torto una professione: il Presidente del Consiglio Provinciale e i loro omologhi delle Città Metropolitane non percepiranno alcun compenso aggiuntivo.
La legge che regola l’adesione alla Città Metropolitana garantisce tutti i Comuni che decidono di entrare nel processo costitutivo. Tutti i Comuni padovani che decidono di entrare nella Città Metropolitana parteciperanno alla nascita del nuovo soggetto, contribuendo alla stesura dello Statuto, determinando le regole di funzionamento e le modalità di elezione di Consiglio e Sindaco Metropolitano.
Abbiamo letto molte dichiarazioni allarmate sullo scarso peso che avranno i Comuni padovani nella Città Metropolitana, dove pare possa decidere tutto il Sindaco di Venezia, quasi un nuovo doge della Serenissima. Non sarà così, basta leggere Costituzione e decreti legge per rendersene conto.
Spesso si discute lamentandosi dei gravi ritardi della politica nell’attuare norme e previsioni che semplificano e migliorano la qualità dei servizi ai cittadini. Questa volta il Governo e il Parlamento hanno avviato una riforma che va proprio in questa direzione e secondo noi sarebbe un errore drammatico non cogliere questa opportunità.
Il nostro voto sarà convintamente a favore della delibera.