Si è parlato di fusione tra Comuni al dibattito di giovedì 12 luglio, moderato da Cristina Salvato, alla Festa Democratica di Cadoneghe.
Protagonisti del confronto i sindaci di Cadoneghe Mirco Gastaldon e di Vigodarzere Francesco Vezzaro; ospite il sindaco PD di Incisa in Val d’Arno, Fabrizio Giovannoni, invitato a raccontare il percorso amministrativo che sta portando a una fusione tra il suo comune e quello confinante di Figline Val d’Arno.
In un periodo storico in cui le risorse sono più scarse, ha detto il sindaco di Incisa Giovannoni, le fusioni tra i comuni sono una prospettiva quasi obbligata: se i Comuni non fanno nulla per contrastare questa penuria di risorse sono destinati a sparire. In Italia gli oltre 8000 comuni sono troppi, in Inghilterra ce ne sono 500. Bisogna superare il problema degli ostacoli legati alle identità locali e costruire nuove identità fondate in primo luogo sulla qualità dei servizi. Il percorso che sta portando alla fusione con Figline è iniziato tre anni fa, ha previsto una serie di tappe, tutte orientate alla massima partecipazione dei cittadini: convegni, attività, laboratori, informazione, coinvolgimento di tutte le categorie economiche. Il punto d’arrivo sarà il referendum in concomitanza con le Politiche del 2013. I sondaggi oggi danno un gradimento schiacciante a favore della fusione, nonostante storiche rivalità e campanilismi.
Il sindaco di Vigodarzere Vezzaro ha sottolineato che con Cadoneghe è in funzione da quasi sei anni una delle Unioni ormai più importanti a livello regionale, per numero di servizi erogati e per numero di dipendenti. L’Unione è un’esperienza partita da amministrazioni di colori diversi e con finalità più “tecniche” che politiche, ma ora è diventata un’opportunità da valutare anche politicamente. Questi processi possono essere un’importante contributo a riformare il paese “dal basso”, senza aspettare che sia un decreto a imporlo. Ci sono poi questioni che non possono più essere affrontate a partire dalla dimensione angusta del Comune, per esempio la viabilità.
Il sindaco di Cadoneghe Gastaldon ha sottolineato come il campanilismo e la mancanza di sintonia politica siano l’ostacolo principale. Lo è stato per l’Unione e per una serie di opportunità che si sono perse per il timore di vedere ridotto il proprio consenso, come per esempio il distretto di Polizia locale che avrebbe avuto ingenti contributi regionali, ai quali si è dovuto rinunciare per l’indisponibilità ad aderire di un comune di centrodestra. Le aggregazioni tra comuni piccoli sono una tappa obbligata: 23 comuni su 104 della provincia di Padova hanno meno di 10 dipendenti, un numero che può compromettere le funzioni base dell’ente. Il passato ci dice che nel Veneto sono state solo due le fusioni tra comuni in 15 anni, ma occorre superare la logica del consenso clientelare e vincere la sfida “culturale” contro un localismo che allunga i tempi decisionali e non ottimizza le risorse e gli interventi sul territorio.