A cinque anni dalla scomparsa di Adriano Baldin, architetto, insegnante e uomo impegnato nel sociale scomparso nel 2007, l’Amministrazione Comunale di Cadoneghe e l’Associazione Baldo hanno voluto legare la memoria dell’ex sindaco di Cadoneghe a due date molto significative: il 25 aprile alle 11 si inaugura presso la sala Italo Calvino della Biblioteca Comunale la mostra dal titolo “Dove portano i passi che facciamo …”. La mostra resterà aperta fino al 2 giugno; nella stessa data del 2 giugno avverrà la cerimonia della consegna di un’opera di Adriano Baldin, intitolata “25 aprile”, alla sala consiliare del Comune di Cadoneghe.
Le opere esposte – che fondono pittura, scultura e design – rientrano nel campo più ampio dell’arte cinetica, che si propone di rendere lo spettatore attivo nel confronto con l’oggetto d’arte. Vi si coglie una compresenza di passato, presente e futuro dove ogni parte è in stretta unione con le altre e concorre al passaggio da un momento spazio-temporale all’altro. Nessun elemento al loro interno è scelto a caso, dalla struttura verticale in legno, alla tela dipinta e illuminata, all’uso di tre colori fondamentali ed evocativi: rosso, nero e bianco.
Si crea così quasi una “non pittura”, perché il colore dello sfondo è integrato o rotto per contrasto dagli oggetti sovrapposti. Pur avendo forme molto simili, le installazioni di Baldin non sono mai monotone, ma dimostrano una profonda capacità di rielaborare di volta in volta una base comune ottenendo un risultato ogni volta originale e coinvolgente per chi guarda.
Per Adriano l’arte “nasce dal bisogno di conoscere la vita e di capire ciò che accade” e tocca quattro filoni fondamentali: l’ambiente, la storia, la spiritualità e l’interiorità. Questi però sono campi non a sé stanti, ma compenetranti l’uno con l’altro. Conoscere e interrogarsi sul mondo sono le necessità alla base del lavoro dell’artista. Lo spettatore è quindi chiamato, attraverso l’osservazione e la riflessione sui soggetti, ad entrare in rapporto con l’opera ed a meditare e sono soprattutto i giovani a cui Adriano Baldin si rivolge per entrare in comunicazione.
Adriano Baldin (Cadoneghe 1948 – 2007) si laurea in Architettura presso lo IUAV di Venezia con il prof. Carlo Doglio, del quale è assistente presso la facoltà di Ingegneria di Bologna per il corso di “Urbanistica e pianificazione territoriale”. È responsabile a Rimini di “Stages Internazionali di Architettura ed Urbanistica” in collaborazione con le Università di Bologna e Palermo per la fondazione Margherita Zoebeli. Negli stessi anni continua la sua ricerca artistica in vari campi, dalla lavorazione dei metalli e di altri materiali alla fotografia. Frequenta la Scuola Internazione di Grafica di Venezia per i corsi di Incisione. Alla fine degli anni ’70 diventa insegnante di Educazione Tecnica nella scuola media inferiore. Dapprima Assessore negli ambiti della scuola e delle attività produttive dal 1991 al 1995, ricopre poi la carica di sindaco di Cadoneghe dal 1995 al 2004. Architetto per convinzione, insegnante per vocazione, sindaco per passione, Adriano vuol essere ricordato soprattutto come artista attraverso le sue opere che riflettono le sue esperienze e il suo mondo interiore.