Per dare un giudizio sulla manovra bisogna partire da tre punti fermi. Se non teniamo ben presenti questi tre punti è impossibile dare un giudizio ragionato sui contenuti della manovra sotto il profilo della necessità e dell’equità.
Primo punto: l’estrema gravità della crisi e le sue possibili conseguenze se non affrontata con immediatezza e radicalità. Se non finiamo anche noi per credere che agitare la crisi era un espediente per cacciare Berlusconi dobbiamo sapere che il tema era (e speriamo non si debba dire è) l’avvio di un processo irreversibile di default. Che gli ambienti tedeschi stavano (stanno) concretamente discutendo: è meglio spendere dei soldi per mantenere in vita l’euro ed aiutare l’Italia o lasciare morire l’euro e spendere i soldi per salvare le nostre banche? Ora cosa voglia dire il default dal punto di vista sociale non occorre sprecare la fantasia. Lo leggiamo nell’esperienza greca (con i socialisti al governo): tagli del 30% degli stipendi dei dipendenti pubblici e delle pensioni, licenziamenti di centinaia di migliaia di dipendenti, collasso dell’economia con innalzamento della disoccupazione, scarnificazione dello stato sociale, ecc. Esito certo la più grave delle iniquità.
Secondo punto: una buona parte degli interventi resisi necessari sono figli della orribile eredità di mal governo e di mancata azione da parte del governo precedente. Non bisogna mai dimenticarsi si ripeterlo, in modo particolare alla Lega. Se si fosse percepito fin dall’inizio la gravità strutturale della situazione e fin dall’inizio si fossero adottati provvedimenti responsabili oggi avremmo una manovra molto più leggera e sostenibile. Tutto è stato tremendamente aggravato dai ritardi e dagli errori. Sia chiaro anche che in mancanza di questa manovra comunque per le decisioni del governo con Lega pienamente partecipe si sarebbero realizzati tagli insostenibili per l’assistenza e/o tagli alle detrazioni fiscali, peggiori dell’IMU: detrazioni per i familiari a carico, per i mutui casa, per le spese sanitarie e di studio, ecc.
Terzo punto: il tempo. Valgono le parole del Presidente della Repubblica: “La manovra è stata fatta giusto in tempo per evitare la catastrofe”. Bisognava predisporre la manovra prima del vertice europeo. Per avere la forza politica di orientarlo in direzione di politiche fiscali coordinate, a sostegno dei paesi sotto stress finanziario e non del si salvi chi può. E’ sempre il tempo che a impedito la strada ordinaria del ricorso alle urne. I tre mesi di campagna elettorale (ed il voto con la vecchia legge) avrebbero distrutto il paese, avvitato su un livello dei tassi di interesse sui titoli di stato insostenibili. Ora in un mese grazie all’iniziativa del Presidente Napolitano ed alla responsabilità del PD lo spread è sceso da 575 punti base a 373: significano miliardi di euro risparmiati l’anno prossimo e negli anni successivi: soldi a servizi per i cittadini, a riduzioni fiscali invece che soldi alle banche internazionali.
La scelta è dunque davvero una scelta obbligata. Ma ora è votabile la manovra presentata dal Governo? Con le sue asprezze e durezze sociali che non possono essere sottovalutate? Io penso che non ci si possa sottrarre. Intanto partiamo dagli aspetti positivi.
Ci sono norme importanti per lo sviluppo, che da tempo avevamo proposto e che vengono finalmente accolte: la deducibilità della componente lavoro dall’IRAP, il bonus fiscale per le assunzioni di giovani e donne, l’introduzione dell’ACE per agevolare il reinvestimento in azienda, la stabilizzazione delle detrazioni per le ristrutturazione edilizia e per l’efficientamento ecologico degli edifici, nuove procedure per l’utilizzo dei fondi europei, provvedimenti per facilitare l’accesso al credito, ecc.
Si avvia forse troppo timidamente ma comunque in modo sensibile, un nuovo approccio delle politiche fiscali: lotta all’evasione fiscale con l’introduzione del limite di pagamenti in contanti a 1000 euro, sovrattassa dei capitali scudati, no a condoni. E non è che non ci siano interventi di tipo patrimoniale. A parte interventi più simbolici che altro su barche, auto di lusso ed aeromobili l’introduzione dell’IMU con un carattere di forte progressività ed altre tassazioni di tipo patrimoniale come l’imposta di bollo cominciano concretamente a spostare il peso dai redditi da lavoro e impresa alle rendite e ai patrimoni. E’ giustissimo l’aumento della tassazione delle liquidazioni dal 23 al 46%.per i grandi manager: Profumo e soci sulle loro liquidazioni milionarie avrebbero dato un contributo più equo al fisco e così dovrà fare il ministro Passera.
Si incomincia ad intervenire sul fronte della spesa, con proposte da tempo presentate dal PD: l’unificazione di INPS ed IMPDAP, un intervento sulle province magari discutibile ma che obbligherà il parlamento a decidere celermente per la soppressione delle province.
Il comparto più delicato e sensibile è quello delle pensioni. Non tanto per il passaggio dal retributivo al contributivo pro rata, che ha un principio di equità fondamentale ed un effetto modesto sui livelli pensionistici, quanto su due punti sensibili: la proroga della vita lavorativa e la mancata indicizzazione. Sono due punti su cui si svilupperà l’iniziativa del PD. Occorre che l’indicizzazione (fermata per due anni) continui ad esserci per le pensioni almeno fino a tre volte il minimo.
Sull’anzianità non c’è dubbio che occorreva intervenire. E’ un sacrificio, ma un sacrificio da farsi in nome dell’equità intergenerazionale se non vogliamo che i contenuti pensionistici delle nuove generazioni già bassi vengano messi in discussione. In Italia l’età di pensionamento effettivo è troppo basso. Per quelle di anzianità l’età media del pensionamento è a 58,7 anni. Ma le modalità di intervento portano in alcuni casi ad un aumento improvviso delle età veramente eccessivo. Specie per i lavoratori precoci ci sono forme di innalzamento dell’età e di penalizzazione economica che vanno corrette. Specie per i lavori più pesanti. Ad esempio in Germania c’è indubbiamente una età più elevata ma c’è una più ampia elencazione di lavori usuranti. E’ importante che siano salvaguardati i diritti dei lavoratori in mobilità, che potranno mantenere i requisiti esistenti per evitare di aggiungere al danno la beffa: andare in pensione più tardi ma non avere il lavoro oggi. Sul punto sarebbe necessaria una autocritica: abbiamo corretto lo “scalone” Maroni investendo un bel pacco di miliardi. Se lo avessimo tenuto l’avvicinamento all’innalzamento dell’età pensionale sarebbe stato più morbido e meno dannoso per le aspettative dei lavoratori.
Un terzo punto può essere aggiunto: innalzare la franchigia dell’IMU, è troppo bassa. 200 euro erano quelli previsti nella norma quando fu introdotta l’ICI. Sono passati diversi anni e bisogna comunque che per i redditi più bassi ci sia un equo trattamento.
Ci batteremo su questi punti. Si può utilizzare un maggiore intervento sui capitali scudati e un ulteriore abbassamento della tracciabilità a 500 euro per ricavare almeno una parte delle somme necessarie.
Una conclusione politica. Ci carichiamo un bel peso a sostenere misure impopolari anche se necessarie, che con una maggioranza politica attorno al PD avremmo fatto certamente in modo più equo. Naturalmente dovendo predisporre interventi così pesanti in una settimana tutte le norme riformatrici, di correzione della spesa pubblica improduttiva non possono che seguire, anche ai fini di rafforzare l’equità. E anche su questo occorre lavorare.
Lo facciamo perché è un dovere davvero salvare con l’Italia il futuro benessere dei cittadini. Ma non possono essere credibili nostri alleati chi lucra sulle difficoltà presenti, chi si ripropone di ricavare dalla difficoltà elettorale che può avere il PD con ceti colpiti dalla manovra un proprio vantaggio. In parole povere se l’IDV voterà contro la manovra deve essere chiaro che non potrà essere nostro alleato nelle prossime consultazioni elettorali. Se no è troppo comodo e soprattutto non c’è alcuna garanzia per gli elettori che una coalizione siffatta sia in grado di assumere la responsabilità di governare in una fase che sarà comunque difficile.
Dal sito www.paologiaretta.it