Nei giorni scorsi sono usciti sulla stampa locale alcuni articoli riguardanti la Polizia Locale dell’Unione del Medio Brenta (Cadoneghe e Vigodarzere).
Il primo, del 23.01, sul “Mattino di Padova”, intitolato “A caccia di multe per coprire gli sprechi” conteneva dichiarazioni del consigliere comunale del gruppo “Cadoneghe per le Libertà” Angelo Lo Vasco e dell’assessore provinciale alla sicurezza Enrico Pavanetto. Dichiarazioni del tutto infondate, pubblicate senza riscontri di alcun genere, a seguito delle quali è apparsa una doverosa replica del Comandante della Polizia Locale Romeo Daniele, e del direttore dell’Unione Giorgio Bonaldo.
Secondo Lo Vasco, i servizi dei vigili dell’Unione dovrebbero essere svolti con l’impiego di pattuglie da due o tre uomini, per evitare “inutili rischi per gli agenti”. Ma non esiste normativa che vieti di impiegare un solo agente, e non una pattuglia completa, per svolgere attività ordinarie di polizia locale, come il controllo delle soste, delle residenze, del buon funzionamento dell’autovelox.
Nell’articolo si fa poi riferimento a presunte multe per eccesso di velocità comminate ad automezzi adibiti a servizi pubblici “in emergenza o giustificata urgenza”. Non si capisce da dove arrivi la notizia, accreditata anche dall’assessore provinciale PDL Enrico Pavanetto, perché negli ultimi tre anni, non una multa è stata elevata in tal senso.
E infine, l’articolo sollevava la questione del nuovo sistema di ricetrasmissione: secondo Lo Vasco l’Unione ha speso “circa 30 mila euro per dotare le auto dei vigili di apparato radio e ricetrasmittenti portatili, in realtà mai utilizzati, nonostante il corso frequentato dagli agenti, perché non viene pagata la tassa di 700 euro annui che ne consenta l’utilizzo”. Si tratta, ha spiegato il direttore Bonaldo, di un sistema di radiocomunicazione imposto da una disposizione della Regione Veneto. Tale impianto consente a vari soggetti (es. Asl, Vigili del fuoco, Carabinieri, Polizia locale, Arpav, ecc) di comunicare contemporaneamente tra loro. Bisognerà però attendere che altri Enti si dotino di questo sistema: la Provincia di Padova lo ha già fatto e ne sta promuovendo la diffusione. Quindi, per il momento, non è conveniente attivarlo, anche perché la tassa governativa ammonta a molto più dei 700 euro annui citati dal Consigliere. E’ bene anche sottolineare che l’Unione ha ottenuto dalla Regione un finanziamento che copre circa la metà del costo sostenuto per l’installazione dell’impianto.
Ancora più singolare il contenuto del secondo articolo, apparso lo scorso 30 gennaio sul Mattino e intitolato “Medio Brenta, stipendio più alto ai vigili che fanno più multe”.
Secondo l’articolo, il direttore Bonaldo e il comandante Romeo avrebbero proposto ai rappresentanti sindacali “di legare il sistema di valutazione del lavoro dei vigili al numero delle contravvenzioni staccate”. Secondo i sindacati Cisl e Uil, per voce di Ettore Furlan (Cisl-Fp) e Paolo Manfrin (Uil-Fpl), “proprio sul numero di multe elevate si baserà il nuovo sistema di valutazione della produttività del lavoro dei vigili”. “Collegare la produttività al numero di multe significa spingere i vigili a vessare i cittadini”, concludono i sindacalisti che parlano anche di “situazione all’Unione Medio Brenta allarmante, con un’organizzazione carente e risorse insufficienti”, tornano a criticare le pattuglie composte da un solo agente, la mancata attivazione del sistema di radiocomunicazione, e aggiungono problemi di custodia delle armi in dotazione.
L’Unione dei Comuni del Medio Brenta interviene a smentire seccamente che sia stata in alcun modo collegata l’erogazione del premio di produttività del personale della Polizia Locale al numero di contravvenzioni contestate dai singoli agenti.
“Ciò sarebbe contrario a qualunque principio di buona amministrazione – dichiara il presidente dell’Unione e sindaco di Cadoneghe, Mirco Gastaldon –. In realtà, la maggiore presenza degli agenti sul territorio, obiettivo che sicuramente vogliamo perseguire per una maggiore sicurezza dei nostri cittadini, comporta un maggiore controllo e quindi a sua volta potrebbe comportare un aumento delle contravvenzioni. Tuttavia così non è previsto e così non accade, come si può dedurre dalle previsioni di entrata, che registrano invece una diminuzione degli introiti. Anzi, a questo proposito basta dare un’occhiata ai dati ufficiali del ministero dell’Interno fondati sulle previsioni di entrata da sanzioni amministrative dei Comuni (vedi tabella allegata) per constatare che l’Unione si colloca ben al di sotto di altri enti contermini quanto a entrate da sanzioni pro capite”.
Secondo Gastaldon “l’imminente campagna elettorale sta purtroppo condizionando il protagonismo di qualcuno. Agitare senza motivo lo spettro di una presunta cattiva gestione, che alla prova dei fatti tale non è, serve solo ad alimentare disinformazione e scontento da parte dei cittadini. Ed è quindi frutto di un atteggiamento un po’ irresponsabile, oltre che di mancanza di obiettività”.

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