Vogliamo partire dal fatto di essere presenti, come donne, in una percentuale un po’ inconsueta (il 50%) fra i membri eletti nel circolo PD di Cadoneghe, grazie alle “quote rosa”, una riserva di posti riservati alle donne, che il nuovo partito ha imposto nella sua fase costitutiva.
Non tutte le donne, quelle giovani in particolare, condividono la validità delle “quote rosa”, convinte come sono di aver conseguito effettivamente la parità nei diritti e di doversi affermare in un confronto alla pari, in cui riescono spesso a dimostrarsi anche più abili e preparate dei maschi.
Inoltre c’è una resistenza ad individuare e trattare tematiche femminili, per il rischio di perpetrare divisioni e discriminazioni, che sembrano ormai superate.
In Italia sempre più donne raggiungono alti livelli di istruzione, riuscendo ad inserirsi in posizioni elevate nel mondo del lavoro, in tutti i settori. Esiste tuttavia un tappo di genere, il cosiddetto “tetto di cristallo” che limita la possibilità di carriera delle donne fino al livello medio-alto, che verso i 40 anni riescono frequentemente a raggiungere, ma difficilmente a superare.
Nei livelli bassi ed intermedi la differenza si manifesta tuttora nel livello della retribuzione che, a parità di prestazioni, risulta sempre più bassa. E anche la tutela della maternità, così avanzata nel nostro paese, finisce per ritorcersi contro in modo discriminatorio.
Il fenomeno particolarmente accentuato in Italia della scarsa rappresentatività delle donne in politica e nelle istituzioni rappresenta senz’altro un deficit di democrazia.
Un’apertura così ampia del nostro partito alle donne, insieme con quella ai giovani, rappresenta sicuramente un’opportunità e un passo avanti verso un processo di maggiore partecipazione, che può servire da antidoto contro la politica avvelenata dei nostri tempi.
E’ una sfida che costa impegno e fatica, e che darà dei frutti solo se sapremo coltivare bene il terreno della democrazia.
Lucia Vettore