Il settore del solare, del fotovoltaico, e delle energie rinnovabili in generale è uno dei pochi ad aver resistito alla crisi di questi anni. Grazie anche agli incentivi, introdotti dai governi di centro-sinistra, il numero di pannelli fotovoltaici installati in Italia è cresciuto molto negli ultimi anni: senza sbandierare, come fa questo governo, politiche energetiche insostenibili e fuori dal tempo (il nucleare non si capisce di quale generazione…), il tanto vituperato governo Prodi ha ottenuto più risultati delle chiacchiere di Berlusconi-Scajola-Romani, il cui unico interesse pare quello di favorire a tutti i costi la potente lobby del nucleare a scapito del settore dell’energia “pulita”.
Il primo ostacolo seminato da questo governo risale a due mesi fa: un decreto che ha prodotto il blocco degli investimenti, anche quelli già attivati. Ora, in maniera tardiva e a dir poco pasticciata, il governo in carica si accinge ad approvare il nuovo conto energia per il fotovoltaico con un provvedimento che, ignorando le proposte delle Regioni e del Parlamento, non tutela gli investimenti e non garantisce un equilibrato e graduale percorso di adeguamento degli incentivi.
Sono a rischio migliaia di posti di lavoro, per responsabilità di un governo che continua a coltivare l’idea di tornare al nucleare e non capisce (o fa finta di non capire…) le straordinarie potenzialità della green economy.
La settimana scorsa anche il Consiglio Comunale di Cadoneghe è intervenuto sul tema, approvando (voto a favore di Cadoneghe Città e Ambiente e del cons. Bottecchia e voto contrario di Lega Nord e Pdl) un ordine del giorno che impegna il sindaco a fare ogni pressione sui livelli di governo superiore affinché si giunga a una decisione che favorisca questo importante settore produttivo, preservando il livello occupazionale generato in questi anni, e garantendo il rispetto della tutela ambientale.
Questo il testo integrale dell’Odg approvato dal Consiglio Comunale, lo scorso 28 aprile 2011.
Il Consiglio Comunale di CADONEGHE
premesso che:
il Governo il 3 marzo scorso ha approvato in via definitiva lo schema di decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio Europeo sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili;
tale decreto avrebbe dovuto riformare gli incentivi in modo da rendere raggiungibili gli obiettivi europei che per il nostro Paese prevedono il raggiungimento del 17% di fonti rinnovabili sul consumo energetico finale al 2020, obiettivi recepiti dal Piano di Azione Nazionale che il nostro Governo ha inviato a Bruxelles;
tali obiettivi vanno ovviamente perseguiti garantendo procedure certe e trasparenti per contrastare speculazioni e illegalità, puntando ad una progressiva riduzione degli incentivi fino al raggiungimento della grid parity;
il decreto approvato non tiene in considerazione le numerose osservazioni presentate nei parere resi all’unanimità dalle Commissioni competenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica;
in particolare il Governo non ha ritenuto di aderire alla richiesta di elevare la soglia di potenza (prevista a 5 MW), oltre la quale si prevede l’introduzione di un sistema di aste al ribasso, considerato da quasi tutti gli operatori del settore farraginoso e poco comprensibile, causando di fatto l’interruzione di ogni possibile programmazione da parte degli operatori, inparticolare sugli impianti eolici;
al fine di impedire l’utilizzo improprio di territorio agricolo a fini energetici si è voluto porre mano agli incentivi previsti per il fotovoltaico in zone agricole, senza pero salvaguardare gli investimenti già in essere; le percentuali di occupazione del terreno previste risultano poco chiare e renderebbero in pratica impossibile la realizzazione di impianti anche in quelle aree agricole marginali e non più utilizzate, per le quali non sarebbe necessaria alcuna tutela particolare oltre a quelle già previste dalle ordinarie procedure di VIA;
l’anticipazione al 31 maggio 2011 della scadenza, inizialmente prevista al 31 dicembre 2013, del secondo conto energia sul fotovoltaico, rimandando a un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico da emanarsi di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare entro il 30 aprile, getta nella totale incertezza un intero settore e ha già comportato il blocco di tutti gli investimenti in essere;
in generale l’approvazione del decreto ha suscitato un diffuso allarme in tutte le associazioni di imprenditori del settore delle rinnovabili (tra cui Anev, Aper, Anie‐Gifi, Assosolare, Assoenergie Future);
il settore delle rinnovabili in questo periodo di crisi economica è stato tra i pochi che, in controtendenza, ha aumentato l’occupazione;
secondo le stime di Asso Energie Future sono circa 120.000 coloro che direttamente o indirettamente sono occupati nel settore del fotovoltaico;
Gifi‐Anie, associata a Confindustria, ha denunciato che sono a rischio 40 miliardi di euro di investimenti programmati nei prossimi mesi nel fotovoltaico e che per almeno 10.000 persone si dovrà far ricorso immediato alla cassa integrazione;
nel Veneto sono oltre 4.000 gli addetti direttamente impiegati nel settore e che per effetto del decreto è già stata richiesta la Cassa Integrazione per centinaia di lavoratori;
la gravità della situazione è testimoniata anche dall’attivazione, presso l’amministrazione provinciale di Padova, di un “tavolo istituzionale” per il salvataggio del settore fotovoltaico, che nella nostra provincia comprende aziende di livello nazionale;
il settore bancario ha già annunciato la sospensione dei finanziamenti previsti;
con tale scelta politica sono a rischio non solo le fonti energetiche del solare ma anche i nuovi investimenti nell’eolico, a causa dell’incertezza dovuta al non chiaro funzionamento dei nuovi meccanismi basati sulle aste al ribasso;
sono stati diffusi dati sugli oneri in bolletta dovuti agli incentivi alle rinnovabili imprecisi e confusi: ma mentre dal 1992 ad oggi, grazie anche al CIP6, sono stati destinati tra i 40 e i 50 miliardi di euro, prelevati dalle bollette degli italiani, alle fonti fossili e alla chiusura del ciclo del vecchio nucleare, a fronte di tale “regalo” ingiustificato la cifra effettivamente sostenuta nel 2010 per incentivare le rinnovabili è stata di 2,7 miliardi di euro (nello stesso anno cittadini e imprese hanno dovuto sostenere oneri ulteriori e impropri in bolletta per oltre 3 miliardi di euro). La Germania, vero caso di successo in Europa nel settore, produce già oltre 40 TWh di energia elettrica da eolico contro poco più di 6 TWh in Italia e prevede di arrivare a 100 TWh nel 2020 dalla stessa fonte. Inoltre sono stati già istallati oltre 16.000 MW di fotovoltaico, con l’obiettivo di arrivare a 52.000 MW nel 2020. Il sistema tedesco ha permesso la nascita e lo sviluppo del settore delle energie rinnovabili e di conquistare, in breve tempo, la leadership europea e mondiale nelle rinnovabili. L’approviginamento da fonti rinnovabili, in Germania, ha raggiunto l’equiparazione con altre fonti non rinnovabili, mettendo di fatto in discussione il sostegno in bolletta alle rinnovabili (9 miliardi di euro lo scorso anno);
considerato che:
per quanto innanzi esposto il decreto sta producendo conseguenze negative per numerose imprese tra le più innovative del nostro sistema economico, mettendo in discussione investimenti non solo di imprenditori ma anche di singoli cittadini e famiglie e di fatto negando una cultura delle energie da fonti rinnovabili volta anche al risparmio energetico;
il decreto, nella versione approvata, rende di fatto molto difficile il perseguimento degli obiettivi europei in materia di energia e di clima;
le politiche del governo orientate alla ripresa del programma nucleare in Italia si stanno rivelando, in particolare in questi giorni, fumose, incerte, e del tutto inaffidabili, fermo restando che il nucleare rappresenta una soluzione economicamente e ambientalmente non sostenibile per il nostro paese, fortemente antropizzato e con un diffuso rischio sismico e idrogeologico;
lo sviluppo della produzione e installazione di impianti fotovoltaici ha portato in Italia a una potenza complessiva installata pari a circa 7,000 MW, un dato che, considerati anche gli impianti già programmati e finanziati e le migliaia di interventi di miglioramento energetico negli edifici civili e industriali grazie agli incentivi introdotti dal governo Prodi, rappresenta un risultato importante nella strada irrinunciabile della produzione di energia pulita e sostenibile;
chiede al Governo:
di intervenire rapidamente per correggere gli errori commessi in fase di approvazione del decreto recuperando anche le indicazioni giunte dal Parlamento e dalla Conferenza delle Regioni;
in particolare di non lasciare nell’incertezza il settore del fotovoltaico sino al 30 aprile e quindi di anticipare l’emanazione del previsto decreto ministeriale per la determinazione del nuovo sistema di incentivazione, senza imporre tetti limitanti allo sviluppo del mercato, garantendo certezze nel tempo agli investimenti e riconoscendo un adeguato valore degli incentivi;
impegna:
il Presidente del Consiglio Comunale di Cadoneghe ad inviare questo Ordine del Giorno ai parlamentari eletti in provincia di Padova, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, al presidente della Regione Veneto e al Presidente della Provincia di Padova.
Cadoneghe, 20 aprile 2011
cons. Alberto Savio
in rappresentanza del gruppo consiliare “Cadoneghe Città e Ambiente”