Il sen. Paolo Giaretta ha partecipato a un incontro con iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico in sede Pd Cadoneghe, domenica 27 marzo.
Ha introdotto il dibattito il segretario locale Alberto Savio, che ha parlato di un momento critico e confuso, dominato da un leghismo pericoloso e sottovalutato, che esalta l’individualismo e la chiusura e da un berlusconismo in crisi. Una crisi a cui non fa da contraltare, purtroppo, una crescita e un consolidamento del consenso attorno alle forze politiche di opposizione e in particolare attorno al Pd: una crescita di consenso che non può che arrivare da una forte azione politica, capace di dare agli Italiani il senso di una credibile e auspicabile alternativa.
Il senatore Giaretta ha parlato di un nuovo clima nel paese, di un “senso di pena” per le istituzioni e per la situazione economica del paese, ma anche un “senso di speranza” per il futuro, richiamando lo storico discorso di Concetto Marchesi. Il fallimento del governo è evidente a tutti.
Il federalismo della Lega vorrà dire una cosa sola: più tasse. Non ci sarà una redistribuzione delle risorse in base alla qualità dei bilanci locali, ma a seconda del “colore” politico: lo si è già visto con Roma, Catania, con i comuni a guida leghista beneficiati da Zaia con i fondi per l’alluvione, nonostante abbiano avuto conseguenze trascurabili. Arriverà l’IMU, che si tradurrà in un’aliquota doppia rispetto all’ICI. L’IRAP è ancora là, nonostante le promesse di Berlusconi, e il peggioramento per gli artigiani e i commercianti sarà evidente. Le regioni potranno aumentare l’addizionale IRPEF: pagherà di più alla fine chi già paga.Giaretta è poi intervenuto sul nucleare, tema d’attualità e oggetto di quesito referendario. L’Italia è un paese a rischio sismico e idrogeologico, con una densità di abitanti elevata: per questa ragione non è idoneo a uno sviluppo del nucleare. A questo si aggiunge che la tecnologia su cui punta il governo, acquistata dalla Francia, è già vecchia, molto costosa. La strategia di questo governo è solo una risposta mediatica: già nell’autunno del 2009 avrebbero dovuto indicare i siti idonei, e dopo un anno e mezzo, oggi, abbiamo a che fare solo con ipotesi vaghe e imprecise. Il governo promette ciò che sa di non poter mantenere e intanto uccide un settore che ha portato occupazione e che va nella giusta direzione: il solare e il fotovoltaico. I cui incentivi, è bene ricordarlo, furono introdotti da un nostro governo e hanno consentito di avere, oggi, una produzione di energia pari a quella di tre centrali nucleari.
Sulla crisi in Libia, il senatore Giaretta ha ricordato l’origine della protesta popolare, sfociata in una sanguinosa repressione da parte del dittatore libico Gheddafi. Sono già otto mila le vittime del regime libico: a questa strage, che ha le connotazioni di un genocidio, l’ONU ha risposto con la risoluzione che ha sancito un intervento internazionale. L’Italia, comunque andrà a finire, si troverà in una situazione critica, a causa dell’incapacità del governo in carica, inchiodato sull’immagine del “baciamano” tra Berlusconi e Gheddafi. I profughi libici è un problema indotto dalle scelte scellerate di politica estera del governo: l’Europa risponde oggi picche per l’atteggiamento avuto dall’Italia in questi anni.
Sul Partito Democratico Giaretta ha sottolineato che va di moda parlar male del Pd, invece andrebbero enfatizzate le cose positive, come la scuola di politica che ha coinvolto in tre anni 500 giovani, e il radicamento e l’attività dei circoli nel territorio. Il Pd deve diventare, secondo le parole di Bersani, un partito di Patrioti (“amore per le istituzioni democratiche”), Autonomisti (“in questo campo non accettiamo lezioni dalla Lega, la modifica del titolo V della Costituzione l’abbiamo fatta noi, l’autonomismo appartiene alla nostra cultura”) e Riformatori (“riforme all’insegna dell’uguaglianza, anche a quella di tutti i cittadini davanti alla Legge”). Ripartire dalla credibilità che abbiamo nei comuni e nelle città in cui amministriamo. La Lega quando governa è faziosa, e si rivela inadeguata. Ripartendo dal buon governo delle amministrazioni locali possiamo far decollare il Pd.
Al dibattito hanno preso parte alcuni iscritti, che hanno sollecitato risposte sulla crisi economica, sul sostegno alla guerra in Libia, sulla comunicazione del Partito, sulla xenofobia della Lega, sulla giustizia, sul consenso del Pd, sul nucleare, e sui recenti “abbandoni” del Partito da parte di esponenti regionali.
Il sindaco di Cadoneghe Mirco Gastaldon ha evidenziato la necessità di incalzare il governo, sul piano del taglio alla spesa pubblica improduttiva e in particolare dei costi della politica, e dell’alleggerimento burocratico per le imprese: su questi temi il governo Lega-Berlusconi ha collezionato finora solo fallimenti.