Stefano Bonaccini

Stefano Bonaccini nasce a Campogalliano (Modena) il 1 Gennaio 1967. Sposato, padre di due figlie.
Segretario provinciale della Sinistra Giovanile, assessore ai Lavori Pubblici al Comune di Modena.
Nel 2007 aderisce al PD e diventa segretario provinciale a Modena. Nel 2010 vince le primarie e viene eletto segretario regionale del Pd dell’Emilia Romagna e poi viene eletto consigliere regionale con Vasco Errani governatore.
Nel 2013 il segretario del PD Matteo Renzi lo nomina responsabile Enti Locali nella Segreteria nazionale.
Nel 2014 viene eletto presidente della Regione Emilia Romagna e nel 2020 si ripresenta per il secondo mandato, battendo la candidata leghista Lucia Borgonzoni.

Sito: https://www.stefanobonaccini.it/

Una sintesi della sua mozione: Energia Popolare

Siamo il Partito democratico, la sinistra progressista e riformista che mette al centro il lavoro e le imprese serie, che creano occupazione di qualità. Senza impresa, non c’è lavoro.

Perché il lavoro è dignità ed è attraverso il lavoro – sia esso dipendente o autonomo, professionale o imprenditoriale – che si crea la ricchezza. Quella economica e quella di idee, saperi, innovazione.

A una destra che propone la tassa piatta per premiare chi sta meglio, noi contrapponiamo la priorità dei redditi da lavoro. Le tasse vanno ridotte per avere buste paga più pesanti per lavoratrici e lavoratori e per rendere il lavoro stabile più conveniente di quello precario. E questi sgravi devono essere più forti e strutturali nel Mezzogiorno, per colmare il divario che esiste ed è troppo alto. Lo dico al ministro Valditara e a tutto il Governo: le gabbie salariali sono un ritorno al passato inaccettabile, mentre l’Italia deve andare avanti. Serve l’opposto di quello che la destra propone: per il Sud, non stipendi più bassi, ma sgravi e opportunità maggiori.

Il compito delle istituzioni è sostenere la qualità con politiche industriali robuste che
accompagnino le imprese nella transizione ecologica e nella trasformazione digitale; con politiche
industriali che espandano la nostra produzione verso i settori più avanzati.

Vogliamo che i nidi e le scuole dell’infanzia diventino servizi universalistici e gratuiti per tutte le bambine i bambini. Per questo serve più tempo scuola, non tagli i che la destra ha previsto da qui al 2025 non appena si è insediata al governo. Denunciamolo con più forza: con la scusa della denatalità e del calo del numero degli studenti, il governo sta tagliando le autonomie scolastiche e gli organici, costringendo a un ulteriore sovraffollamento le classi nelle città e alla chiusura di altre scuole nelle aree interne e montane.

Per noi ci sono due diritti universali davanti ai quali – questo è il Pd – non può esserci distinzione tra ricco e povero, tra famiglia da cui provieni e luogo in cui nasci e vivi: il diritto all’istruzione e quello alla salute. Un povero deve essere istruito e curato esattamente come un ricco.

Per me va tolto il numero chiuso ai test d’ingresso di medicina. Mentre dovremmo invece investire nella sanità territoriale, recuperare le liste d’attesa, aumentare gli stipendi e sostenere chi opera nei servizi più delicati e faticosi, come l’emergenza urgenza. Non riusciamo a trovare un numero di infermieri adeguato ai posti che mettiamo a concorso, nonostante siano a tempo indeterminati.

Anche la gestione degli sbarchi, con la logica della destra, si sta rivelando insostenibile. Da un lato perché i porti chiusi non li riescono e non li possono tenere, e sono costretti a chiedere una mano: a Ravenna hanno chiesto di aprire il porto per far sbarcare oltre 130 migranti e noi abbiamo fatto il nostro dovere, perché – e lo diciamo con forza – le persone non si lasciano morire in mare: a chi ha bisogno si dà aiuto, non ci si volta dall’altra parte.

Dall’altro lato, perché gli sbarchi sono ormai decuplicati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e, numeri alla mano, l’idea che contrastare le Ong frenasse il problema si è dimostrata del tutto fallimentare.

E serve più Europa anche per gestire l’emergenza energetica, come si è visto. Se in materia di approvvigionamenti e costi energetici il Governo non si schianterà contro il muro, e con esso il Paese – per fortuna, aggiungo –, lo dovrà solo a quanto fatto da Draghi e da noi: quando abbiamo proposto e ottenuto che si modificasse il mercato energetico europeo; che ci fosse il disaccoppiamento tra gas ed elettricità; che si procedesse per acquisti comuni come fatto per i vaccini; che fosse previsto un tetto massimo al prezzo. Più Europa appunto, l’opposto di quanto ci proponevano Lega e Fratelli d’Italia.

Dobbiamo superare il conferimento dei rifiuti in discarica e spingere al massimo per l’economia circolare, creando nuove filiere d’impresa e nuovo lavoro; è esattamente quello che prevede l’Europa e che deve fare il Paese: noi lo stiamo facendo col nuovo piano dei rifiuti approvato in Emilia- Romagna.

La destra ha votato contro il Next Generation Eu in Europa e contro il PNRR in Italia.
Ricordiamolo sempre: fosse stato per loro, non avremmo visto un soldo!

Ecco perché dobbiamo essere molto preoccupati, e vigili oggi dall’opposizione, sulla gestione di queste risorse.

Dopo 4 mesi stanno ancora facendo una discussione ideologica e inconcludente su cosa cambiare di quel piano; senza considerare che tra meno di 4 anni ciò che non sarà stato speso andrà restituito. E senza occuparsi intanto del problema più grave e più urgente: tutta quella programmazione e quella progettazione era stata fatta a prezzi radicalmente più bassi, per cui oggi si stanno bloccando molte gare d’appalto e molti cantieri.

In queste settimane ho sentito Conte, Calenda e Renzi dire che sono contrari ai tagli alla sanità pubblica: posso con educazione chiedere loro se possiamo almeno su questo da domani fare una grande battaglia nel Paese per andare a spiegare alle persone più deboli, che in gran parte hanno votato a destra, che saranno le prime a essere colpite dai tagli a quella pubblica?
Abbiamo bisogno di un Pd più popolare. È l’unico modo che conosco perché sia un percorso vero e collettivo. Dico sempre che ho fatto un passo avanti e chiedo anche a voi di farne uno insieme a me. O che se vuoi andare veloce vai da solo, ma se vuoi andare lontano allora devi andarci insieme agli altri.

Da oggi basta autoflagellazione, parte la rimonta del PD.

Ci vorrà umiltà e pazienza.
Ci vorrà tempo e fatica.
Ma se ci daremo tutti una mano sono certo che ce la faremo.
E la prossima volta vinceremo noi. Ve lo prometto.

Viva il Partito Democratico, viva l’Italia.

                                                                                                                                           Stefano Bonaccini