Elly Schlein

Elena Ethel Schlein, detta Elly, nasce a Lugano il 4 maggio 1985.
Nel 2011 si laurea con il massimo dei voti in giurisprudenza, all’Università di Bologna. E durante gli studi inizia il suo percorso politico, prima nella sinistra giovanile, poi nel 2008 in America, per dare una mano nella campagna presidenziale di Barack Obama.
Nel 2013 diventa il volto di Occupy Pd, il movimento dei giovani Dem nato per protestare contro i franchi tiratori che bloccarono la candidatura di Romano Prodi al Quirinale. Dal 2014 al 2019 è stata europarlamentare per l’Italia nell’VIII legislatura. Nel 2020 si candida alle elezioni regionali in Emilia Romagna e viene nominata vicepresidente e assessore con deleghe regionali al welfare e al Patto per il Clima.

Sito di Elly Schlein:  https://www.ellyschlein.it/

Sintesi della sua mozione: Parte da Noi!

  • RIDIAMOCI UNA SPERANZA. IL CONGRESSO COSTITUENTE VERSO UN NUOVO PD
  • UN FUTURO PIÙ GIUSTO: CONTRASTARE OGNI FORMA DI DISEGUAGLIANZA E DISCRIMINAZIONE
  • ACCOMPAGNARE TUTTA LA SOCIETÀ NELLA CONVERSIONE ECOLOGICA
  • RESTITUIRE DIGNITÀ E QUALITÀ AL LAVORO
  • PARTE DA NOI, L’IMPEGNO PER UN MONDO PIU’ GIUSTO
  • CAMBIARE INSIEME IL PARTITO DEMOCRATICO
  • È IL NOSTRO TEMPO

Giustizia sociale e climatica sono inscindibili. Non si può lottare efficacemente contro le disegua­glianze se non si affronta nello stesso tempo l’emergenza climatica, che ne è insieme concausa ed effetto. E viceversa non si può attuare una vera conversione ecologica senza accompagnare in essa tutta la società, a partire da chi lavora e dalle fasce più fragili e più esposte, per non lasciare indietro nessuno.

Diritti sociali e diritti civili sono inscindibili, chi ne fa gerarchie di solito vuole negarli entrambi.

Il 25 settembre scorso è accaduto qualcosa di piùdi una sconfitta elettorale. Milioni di persone che vivono la propria precarietà come una condizione ineluttabile di vita hanno scelto di non votare o di votare a destra.

Oggi è il momento, mentre facciamo opposizione al governo piùa destra della storia repubblica­na, di ridare al Partito Democratico un’identità chiara, comprensibile, coerente.

Dobbiamo far tornare a immaginare a una ragazza o un ragazzo che oggi si impegna ma fuori dalla politica che questa sia anche casa sua.
Al PD serve un confronto aperto e senza ipocrisie, per decidere insieme chi siamo e chi vogliamo rappresentare.
Dobbiamo avere l’umiltà di dire che sono stati fatti degli errori.
Se non lo diciamo noi, saranno le elettrici e gli elettori a continuare a farlo.

La destra pensa di affrontare la crisi della democrazia con la scorciatoia del presidenzialismo. E’ un disegno che dobbiamo contrastare e a cui dobbiamo contrapporre una proposta di riforma per migliorare la qualitàe l’efficacia delle istituzioni e della politica.

Ci serve una riflessione profonda ma è necessario farla con le persone e non all’interno del ceto politico, tra gruppi dirigenti e correnti.

Per questo motivo è fondamentale aprire le porte ai mondi fuori dal PD che non si sono sentiti rap­presentati e che hanno i saperi e le competenze per aiutarci a costruire un’alternativa alla destra che oggi governa nel nostro Paese.

Ci rivolgiamo ad un partito – il PD – che è nato dall’incontro di una pluralità di culture del riformismo italiano, da quella socialista a quella cattolica democratica e cristiano sociale, da quella liberale all’ecologismo e al femminismo.
Ci rivolgiamo anche a chi ha una storia, un percorso, idee diverse dalle nostre.
Non siamo qui per una inutile resa dei conti identitaria, siamo qui per fare una cosa più difficile: il nuovo PD.
Dobbiamo cambiare il modello di sviluppo per distribuire più equamente il potere economico, i vantaggi e i benefici prima delle tasse e del welfare in modo da combattere le diseguaglianze par­tendo da dove si formano.
Dobbiamo investire di più sul settore pubblico, allineando gli stanziamenti per il fondo sanitario nazionale con la media europea.
Occorrono più risorse sull’istruzione per allinearsi alla media europea. E bisogna restituire dignità al ruolo sociale di chi insegna, rafforzando le retribuzioni e la formazione di insegnanti e personale educativo.

Un nuovo contratto sociale vuol dire progressività fiscale. Perché è giusto, come vuole la Costitu­zione, che chi ha di più contribuisca in proporzione maggiore al benessere collettivo.
La destra promette meno tasse per tutte e tutti. La “flat tax” come pietra angolare. I condoni come via d’uscita da garantire sempre e comunque a chi le tasse non le paga.

Diritto alla casa: Un nuovo contratto sociale vuol dire rimettere al centro della nostra azione politica il diritto fonda­mentale alla casa.

Diritti sociali e civili sono inscindibili: Ridurre le diseguaglianze vuol dire anche contrastare ogni forma di discriminazione. Diritti sociali e civili sono inscindibili.

Superare il patriarcato: Una sinistra all’altezza delle sfide del presente non puòche essere femminista.

Noi difendiamo il diritto delle donne a decidere sul proprio corpo, a interrompere volontariamente una gravidanza in modo sicuro e legale, a vivere una vita libera dalla violenza maschile.

Più coraggio sui diritti LGBTQIA+: Il Partito Democratico che vogliamo costruire è in prima linea per i diritti LGBTQIA+. Dobbiamo continuare a batterci per una legge contro l’omobilesbotransfobia, l’abilismo e il sessimo, per con­trastare le discriminazioni e l’odio che colpiscono ogni giorno le persone.

Una nuova visione sulle politiche migratorie e d’accoglienza: Il Partito Democratico che vogliamo costruire ha l’ambizione di cambiare le politiche migratorie e dell’accoglienza italiane ed europee.

Contrasto alla criminalità organizzata e alla corruzione: Garantire i diritti delle persone significa liberarle dall’oppressione delle mafie. In tutta Italia, perché la penetrazione della criminalità organizzata riguarda l’intero Paese.

Legalizzazione della cannabis: Contrastare le mafie passa anche dalla riforma della legge sulle droghe.

Una legge sul fine vita: Ci batteremo per l’approvazione di una legge sul fine vita, per garantire il diritto delle persone affette da malattie o condizioni cliniche irreversibili che provochino sofferenze insopportabili di ri­chiedere assistenza medica per porre fine volontariamente e autonomamente alla propria vita.

ACCOMPAGNARE TUTTA LA SOCIETÀ NELLA CONVERSIONE ECOLOGICA: Affrontare l’emergenza climatica attraverso una vera conversione ecologica dell’economia e della società è la più grande responsabilità che abbiamo verso le prossime generazioni.

RESTITUIRE DIGNITÀ E QUALITÀ AL LAVORO: La destra non parla mai di precarietà. Perché le sta bene così, perché pensa che il lavoro sia un favore e noi pensiamo invece che sia un diritto. Il primo articolo della Costituzione assegna al la­voro una funzione fondativa della Repubblica.

CAMBIARE INSIEME IL PARTITO DEMOCRATICO: Serve il coraggio di cambiare il modello di sviluppo ma anche il coraggio di cambiare insieme il Partito Democratico, per renderlo aperto e accogliente, umile nell’ascolto e utile alle comunitàe ai territori, radicato tra la gente e nei luoghi dei conflitti e delle marginalità sociali.

Una nuova classe dirigente che c’è già, è già pronta. E’ cresciuta nelle tante campagne ammi­nistrative in questi anni, nelle piazze spontanee della societàcivile organizzata su clima, lavoro, diritti.

La sfida nella sfida è cambiare il modello di leadership, costruendo una squadra con chi ha abitato il Partito in questi anni animandolo con le proprie iniziative e con le migliori competenze che sono pronte a impegnarsi a costruire un nuovo PD e un campo ecologista, progressista e femminista in cui riconoscersi e battersi insieme per la giustizia sociale e climatica.

Questo campo non si farà da solo. Non si farà senza le ragioni e la storia della sinistra. Non si farà senza la comunitàdemocratica.

Parte da noi, dall’impegno che ci mettiamo, questa nuova storia che attraversi il Paese per cam­biarlo! Forza!

         www.partedanoi.it                                              ellyschlein.it